In terribile ritardo, commento (ma a chi interessa?).
Il Green Lantern a fumetti è stato rivitalizzato negli ultimi anni da Geoff Johns, che ha saputo riportare in vita il defunto Hal Jordan senza per questo svilire o accantonare il suo successore (Kyle Rayner). Come se non bastasse, Johns ha saputo ribaltare la prospettiva della caduta in disgrazia di Jordan, rivelando che tutto l'orrore della sua metamorfosi nel mostro "Parallax" era solo un tassello di un ordito gigantesco ancora tutto da scoprire: dalla reinvenzione di Parallax, è nata la guerra dello "spettro emotivo cosmico", con la genesi dei Corpi delle Lanterne degli altri colori. Insomma, Johns ha rilanciato una saga giunta in un vicolo cieco di auto-lesionismo, sfruttandone gli elementi più "distruttivi" per creare un nuovo, spettacolare ordito che risulta COERENTE con le vicende precedenti e le rilegge dando loro nuovo valore: per molti versi, è un'opera alla Shiori Teshirogi.
Geoff Johns è anche uno degli sceneggiatori dietro il film di Green Lantern, e lo si vede da parecchie intuizioni, come l'utilizzo del personaggio (malvagio) di Sinestro, che non è il solito villain manicheamente perverso, oppure anche come la "nuova" genesi del super-telepate Hector Hammond, collegata questa volta allo stesso Parallax. Anche la genesi di Parallax, diversa da quella vista nei fumetti, ha la tipica arguzia di Johns, che ama connettere elementi consolidati di una mitologia narrativa in modi inediti.
Il film in sè è veramente frenetico, forse troppo, ma personalmente lo vedo come una cosa positiva: detesto i momenti stucchevoli, le conversazioni interminabili, gli "approfondimenti psicologici" che durano venti minuti di lagna quando basterebbero 30 secondi per dire tutto. Soprattutto se il regista non li sa gestire. Tutto ciò che mi aspettavo è presente nella giusta misura: Personalità del protagonista, breve "romanzo di formazione", rispetto delle caratteristiche del fumetto, utilizzo intelligente delle "parole chiave" della serie, mitologia terrestre e cosmica, una trama articolata ma chiaramente esposta, comprimari.
In particolare, ho apprezzato come le due facce di Green Lantern siano state esaminate ed esposte: c'è il lato Terrestre (con gli amori, le amicizie, la figura paterna esemplare con fine traumatica, e i nemici) e c'è quello spaziale (con gli alleati, i concetti cosmici e cosmogonici, le rivalità, le specie aliene). Anche Hammond è stato inserito bene, in qualità di trait d'union tra il contesto casalingo e quello interstellare.
Audace l'idea che Parallax sia un Guardiano corrotto dalla Paura, anche se così si perde il concetto delle creature archetipe delle sette emozioni. (Presumo che la scelta sia legata all'esigenza di annientare Parallax sfruttando la gravità del sole... ovviamente in un possibile seguito, "l'entità" Parallax potrebbe ora riemergere dal sole in forma disincarnata). Molto ben trovata anche la sua nuova rappresentazione grafica, dentro la quale potrebbe effettivamente albergare la Fear Entity nella sua forma insettoide. Peccato che non ci fosse colore giallo a sufficienza all'esterno.
Bene le citazioni. Come pilota, Carol Ferris ha il nome in codice di Sapphire. Amanda Waller, nonostante il ruolo minore, gode di ottima attenzione (c'è pure un flashback sulle sue origini!). Tra i Green Lantern radunati su Oa, ho riconosciuto parecchie facce e sagome familiari.
Lo sviluppo in parallelo della trama permette al film di essere corale, e ci sono almeno tre personaggi che quasi rubano la scena ad Hal Jordan: Sinestro, Parallax e Hammond. Questo è un ulteriore pregio, perché è giusto che un universo narrativo non ruoti intorno a un singolo personaggio, ma esistana invece in funzione di molti. Carol Ferris è un po' sacrificata, forse perché le toccano le sequenze più stucchevoli che il regista non sembra amare molto (e infatti sono brevissime). Ma se non altro, Carol si riscatta nel momento in cui fa capire a Jordan il vero spirito dei Green Lantern, oltre che quello dell'eredità morale del padre: davvero ben fatto! E per non esser da meno, anche lei lo mette in pratica attaccando Parallax e completando il cerchio.
Allo spettatore tocca il ruolo "onnisciente": non gli è dato infatti di sapere solo ciò che sa il personaggio, ma gli viene concessa una visione cosmica onnicomprensiva di tutto ciò che accade ovunque (su Oa, con Parallax, con Hammond eccetera). Questo intento è esposto sin dall'inizio, quando la voce narrante delinea le basi del versante cosmico della mitologia del film. Fa abbastanza Star Wars, e a dire il vero io avrei visto volentieri una simile introduzione anche nel film di Thor: quando si affrontano temi così importanti da rappresentare una intera mitologia, la narrazione della leggenda in terza persona conferisce il tocco epico finale.
L'utilizzo del Green Plasma mi aveva lasciato perplesso agli inizi: sembrava che ci fossero solo emanazioni energetiche "generiche". Invece, anche questo dettaglio è stato compreso e usato, e l'utilizzo creativo del plasma è andato in crescendo: ci sono state un sacco di trovate gustose (tra cui la corsia automobilistica e la catapulta) e nello spirito del personaggio (Jordan si fa trascinare via da due jet).
Notevole, infine, l'ambiguità morale con cui è stata costruita la figura di Sinestro. C'è davvero tutto il personaggio delineato da Johns: Sinestro è incredibilmente egocentrico, ma lo è perché è effettivamente la più grande di tutte le Lanterne; in questa posizione, può permettersi di disprezzare i terrestri, ma è anche abbastanza sportivo e "giusto" da riconoscere a Jordan il suo valore, quando questi sconfigge Parallax; il codice etico personale di Sinestro, però, è anche ciò che lo spinge ad essere ossessivo (nella ricerca del potere) e fanatico (per la fiducia eccessiva nelle proprie capcità). Da qui la logica narrativa della sua lenta ma inesorabile trasformazione in una Yellow Lantern (va bene, il nome non esiste).
I Love Sorkino™ and The Lost Canvas
|