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Strangers in a strange land, titolo temporaneo;altro giro,altra fanfic by helois
helois
messaggio Oct 25 2011, 10:57 PM
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Capitolo 10

Ravid è stanco,ha passato la notte alzato a parlare e ora non sa che decisioni prendere.
I cavalieri non ne hanno ancora fatto parola con loro, dirlo per primo o crea il panico o più probabilmente sarà oggetto di scherno.
Decide allora di confidarlo la sera stessa ai suoi nuovi amici.
L'allenamento è molto faticoso, a tutti viene fatta una prova sull'estensione del proprio cosmo.
Prove di velocità e forza seguono nella mattina,prima del pasto scontri tra pari grado.
Aeron si scontra con Ravid, entrambi si complimentano dei risultati reciproci.
Ravid accenna a qualcosa della notte prima, Aeron gli comunica l'inquietudine nelle piante che ha percepito appena sveglio.
La sacerdotessa di Andromeda allena senza pietà Kgosi che nel pomeriggio deve soccombere e ricorrere a bendaggi per le ferite provocate dalla catena.
A sera anche altri allievi si accorgono del nervosismo dei rispettivi maestri.
Ravid e Aeron discutono con i quattro amici dei fatti,ma solo sulle cose che Ravid sa, che non sanno tutti gli altri cavalieri.
Aeron decide di portare con se Ravid nel suo allenamento notturno con il cavaliere dei Gemelli.

Polideuce si scurisce in volto alle notizie di Ravid.
“aspetti ora a dirlo?vai dal Grande Sacerdote! Another Dimension!”
Ravid viene inghiottito nel buco che si è creato sotto i propri piedi, Aeron evita il risucchio a stento.
Lo spazio vuoto e nero circonda Ravid,un silenzio innaturale,sta come fluttuando in aria,ad un tratto scorge una luce dietro la propria nuca e inizia a girarsi,iniziando a vorticare nel vuoto.
Infine sbatte violentemente la testa contro la dura pietra,in una stanza molto grande,la percorre fino ad arrivare alla conosciuta stanza principale.
“...Ravid?”
La figura in paramenti sacri stava accarezzando uno scrigno d'oro.
“signore,volevo dirle una cosa...”si inginocchia e inizia a raccontare della notte prima.
Il Grande Sacerdote alla fine della narrazione “lo sospettavo che non bastasse così poco...”
Ravid torna all'allenamento di Aeron, rientrando nell'Another Dimension, notando quanto duramente lavorava l'amico per creare un muro di cristallo che veniva puntualmente infranto dal cavaliere d'oro.

\e così questo è il dolore che provano i miei avversari?\
Tucidide passeggiava per lenire il dolore alla spalla,era già giunto alla Casa di Leone.
La solitudine gli strinse il petto,aveva attraversato tre Case vuote senza incontrare nessuno, accompagnato solo dai propri passi e il cozzare della propria armatura.
Inevitabile pensare al passato,ai giorni dell'addestramento e gli amici persi.
Pensa anche al presente,ai nuovi cavalieri del domani,così come lui da giovane ha dovuto affrontare Nettuno il possente dio dei mari,a loro toccherà affrontare quattro divinità dai crudeli propositi.
Giunge infine alla casa di Cancro,respirando la sua aria sinistra non può che pensare all'allievo Ravid,che indosserà quell'armatura. Propria dei cavalieri che combattono affacciandosi all'orlo della morte.
E così tra passato,presente e futuro Tucidide si ritrova alla prima Casa, esce e sullo spiazzo davanti Eucelione e Demetrius sono di turno.
Dopo alcuni convenevoli iniziano a dialogare sulla situazione attuale.
Ad un tratto si accorgono di esser spiati,Demetrius sente una voce spettrale provenire da un cespuglio e di istinto lancia un disco,che nel tornare indietro rischia di tagliare il collo del cavaliere.
Eucelione lancia diverse frecce che,come il disco,tornano indietro ferendo il cavaliere d'argento ad una spalla e il cavaliere d'oro ad una coscia.
“sei Algea,vero? La combattente..”
Dalle frasche appare una fanciulla con un toga.
“oh,qualcuno ha studiato.. ma hai studiato abbastanza?” al fianco della figura appaiono alcune figure femminili in armature rossastre.
“queste sono le Isminai.. personificazioni del combattimento..sarete in grado di sconfiggermi,questa volta?”
i tre cavalieri di Atena si ritrovano circondati da una schiera di soldatesse parecchio forti che iniziano a combattere a mani nude,per fortuna le armature di Atena sono resistenti.
Scocciato Tucidice ricorre ad una tecnica appresa,le teste delle soldatesse iniziano a volare una da una, fendenti dorati si aprono un varco contro la dea.
Il Cavaliere di Scorpione spicca un salto e cala la mano aperta sulla dea,che come in precedenza riflette il colpo.
Un solco si apre nelle vestigia dorate,ma il cavaliere sorride.
“che hai fatto, umano? La follia ha preso il sopravvento..? ma..-sputa sangue a terra- che succede?”
La toga presenta cinque fori circolari,sulla pelle le ferite stanno buttando sangue.
“come sei umana.. distratta da così poco...”puntando l'unghia scarlatta contro la dea.
“come hai osato!”
Un'esplosione di cosmo investe Tucidide,i due cavalieri d'argento e le Isminai.
Il cavaliere d'oro si rialza,l'armatura d'oro presenta vistose crepe e i capelli di Tucidide stanno diventando di un colore più scuro.

Messaggio modificato da helois il Oct 25 2011, 11:00 PM
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messaggio Nov 1 2011, 11:56 AM
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Capitolo 11

Chaleb si sveglia di soprassalto,percepisce alcuni cosmi che si stanno fronteggiando,ma Ivahn,già sveglio,lo ferma.
Gli altri allievi di bronzo sono quasi tutti svegli, ma la sacerdotessa di Andromeda sbarra la strada.
“non dovete andare! il nemico è straordinariamente forte,neanche io ce la potrei fare..”
“e come potremmo tornare a dormire mentre amici stanno rischiando la vita?” incalza uno
“permetti a me andare..” Ivahn è davanti alla sacerdotessa,nel dire questo si inginocchia.
“sei forse il più forte di tutto questo dormitorio,ma la fuori c'è una divinità..lassù a nord non credo tu ne abbia mai sentito parlare,sono divinità che istigano la guerra e gioiscono per essa..”
“a nord divinità più battagliere.. combattere è l'unica ragione di vita..”
“ma è uno straniero! Non gli permetterò di versare il proprio sangue per salvare il mio! Vengo anche io!”
“si,bisogna essere uniti! Tutti contro gli avversari,come un tempo..”
“bisogna dimostrare alla dea che siamo forti!”
Chaleb si avvicina alla sacerdotessa,appoggiandole una mano sul coprispalla,le sussurra: “bisognerà che dimostri a questa bella donna il mio valore,no? Non possiamo allenarci più con manichini e tra noi stessi..abbiamo bisogno di nemici veri..”
Febe è ridotta in minoranza,ma è inamovibile.

Anche Iulius, negli alloggi dei cavalieri d'argento, percepiva lo scontro,ma un possente Lycus ostruiva il passaggio.
Il cavaliere di Eracle però era seccato.
“Eucelione sta combattendo, Dardanos lo sta raggiungendo e a me tocca fare da balia a questi mocciosi..”
“moccioso sarai te!” gli risponde uno, prima che un cazzotto gli tolga il fiato.
“avanti il prossimo! Posso combattere e stendervi tutti usando solo un braccio,eh!”
un paio arretrano, Kgosi si fa sotto.
/idiota../il commento di Iulius alla figura dell'amico che vola un paio di metri indietro.
“voi..ogni singolo individuo è importante,non gettate al vento le vostre vite..”
Iulius aveva studiato a fondo la tecnica del bestione,tendeva a divaricare le gambe prima di colpire un avversario ora, in uno spazio limitato,le divaricava di più per avere più mobilità con le possenti braccia. Per ora aveva usato,effettivamente,un braccio solo; se lo voleva attaccare doveva prevedere l'uso dell'altro braccio.
Per un attimo Iulius si sofferma e sorride,non si sarebbe mai detto che pianificasse un attacco così bene,sarà veramente il famoso influsso delle stelle? Che Orione lassù lo stia guidando?
Allora vada per Orione!
Si mette a correre a testa bassa,Lycus si accorge di lui e,come previsto,gli porta contro il pungo.
Iulius salta evitando il primo pungo,il secondo pugno viene schivato proprio mentre sta scendendo.
Lycus si trova tra le braccia Iulius,allora prova a stritolarlo,il futuro Orione atterra con un solo piede e con esso si da lo slancio facendo una capriola tra le gambe del possente Eracle.
Iulius è fuori.
Alcune donne e ragazzi fuggono in una direzione,nella direzione opposta ci sono i nemici.
Iulius parte in corsa.

Tucidide con alcune ciocche di capelli neri ghigna verso la divinità.
La quale non capisce cosa accada all'uomo.
“Toh,guarda! Una divinità preoccupata! Non ti dirò quello che accade,ma cosa ti succederà! Verrai sconfitta!”
Lo Scorpione si getta sulla preda e altre scie rossastre percorrono l'aria.
Altre cinque colpiscono il bersaglio, tre però tornando indietro colpiscono il cavaliere d'oro.
La donna cade a terra in una pozza di sangue.
Però dopo poco si rialza e incurante dei 10 fori,scatena tutta la sua forza contro il cavaliere d'oro.
Anche con l'unghia rotta il cavaliere d'oro riesce a tirare altre quattro cuspidi,che provocano una battuta d'arresto agli attacchi delle Isminai e della divinità.
Rimettendosi l'elmo danneggiato, Tucidide con un filo di voce “e ora Antares..” ma si accorge che l'unghia è troppo danneggiata per scagliare il tremendo colpo e si mette a ridere.
La divinità si rialza barcollando,le Isminai si vaporizzano e la donna ne inala i fumi.
Sul corpo della donna compare un'armatura dagli stessi toni rossastri delle Isminai,un grosso scudo e una possente mazza. “vieni,umano!”
“così non va bene..” prende l'unghia tra i denti e la strappa via dal dito “..vediamo che riesco a fare..”ormai solo una ciocca di capelli non è diventata nera. “ehi,voi.. scappate più lontano possibile!” i due cavalieri d'argento sono titubanti,ma appena si volta Tucidide non hanno più dubbi.
“come può un semplice umano poter competere con un dio?”
“beh,basta scovare i punti deboli del dio ed esso diventerà solo un nemico molto forte.. incarnandoti in una donna e ricorrendo solo ora all'armatura hai fatto due errori grossolani: il corpo della donna non ha difese dalla mia cuspide e ormai hai nel corpo 14 miei colpi,basta un colpo e ritornerai da dove sei venuta...”
“povero sciocco.. questa è una Kamui! L'armatura divina! Come può un semplice uomo anche solo scalfira?”
Tucidide si mette a ridere:“col tuo stesso sangue,no?! ANTARES!”
La solita unghia rossastra ha lasciato il posto ad un'unghia dorata, dai riflessi argentei.

La divinità rimane in piedi,ma il cavaliere d'oro cade a terra.
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messaggio Nov 5 2011, 05:31 PM
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Capitolo 12

“e questo è il limite dell'essere umano? Ben poca cosa..ugh!”
Le quindici punture nel corpo buttano di continuo sangue e la dea inizia a sentire,vedere e muoversi con più fatica.
La dea del conflitto si appoggia alla,sempre più,pesante mazza e lascia cadere lo scudo.
In quel momento si riprendono Demetrius e Eucelione, che erano stati sopraffatti dai violenti colpi.
Ma la nobiltà dei loro cuori è tale da non voler infierire su una donna ferita,come non avevano risposto ai colpi delle guerriere.
Il quel momento arriva Dardanos,chiede ai compagni d'armi cosa è successo e si avvicina al corpo dello Scorpione.
Il cavaliere d'oro si mette a correre in una direzione casuale.
Stupiti della reazione non si accorgono che la dea si sta riprendendo se non quando la mazza si abbatte sul braccio di Demetrius.
Demetrius aveva frapposto un disco tra il proprio braccio e la mazza,così che infrangendolo la mazza avrebbe perso velocità,così si ritrova col solo copribraccio danneggiato e non le ossa sotto.
Eucelione è troppo vicino per lanciare un colpo,tira un calcio al braccio che regge la pesante arma e si appresta ad affrontare la divinità in corpo a corpo.
Dardanos è ancora stupito del comportamento del cavaliere d'oro ma si fida di Eucelione e quindi aspetta il proprio turno.


Iulius si trova davanti ad uno spettacolo agghiacciante: centinaia di corpi,tra soldati e civili,smembrati con figure che ne stanno mangiando gli arti e interiora,nelle quali spicca una figura femminile.
Le figure indossano protezioni marroni intrise di sangue,la figura femminile,uno scheletro umano con un po' di carne addosso, indossa una sottile tunica con sopra un'armatura che si aggancia alla pelle in più parti.
Nessuno si accorge di lui e rende grazie alle stelle,in una situazione del genere.. trae un profondo respiro e torna sui suoi passi.
(ovviamente! ndh)Sente rumori alle proprie spalle,infatti alcune figure stanno uscendo dalle abitazioni,e dopo poco si ritrova ad affrontare sette figure.
Ora che li ha faccia a faccia vede che anche loro sono molto magri,ma agili e veloci,le protezioni sono mere placche di bronzo colorate,ma i coltelli affilati e coppie di lame poste sui guanti ne fanno avversari temibili.
Iulius allora ne agguanta uno per gli avambracci e lo scaraventa indietro,raccoglie un pugnale caduto e lo pianta nella gola a quello più vicino,che sbaglia mira e pianta le due lame nel petto a quello che stava per colpire Iulius alle spalle.
Due lame però lacerano la spalla del cavaliere.
Il sangue spillato attira anche altre figure.
/di male in peggio../ pensa tra se l'etrusco.
Getti violenti d'acqua,rapide punte di ghiaccio e una lunga catena perforano e lacerano le carni delle figure e della dea.
“purtroppo abbiamo fatto tardi, tutto ok Iulius?”dice Keid di Eridano,con uno scrigno in spalla.
“avevo avuto l'oracolo di un doppio attacco,ma non stanotte..”borbotta Theron della Coppa.
“tornatene via,ora ci pensiamo noi..”sussurra Febe di Andromeda.
Iulius però è inamovibile, Keid con sfrontatezza gli lancia lo scrigno che teneva sulle spalle.
“allora indossa la tua armatura..” lo scrigno reca i fregi del Cacciatore,Orione.
Le indecisioni di poco prima svaniscono,la mente si libera e con decisione appoggia la mano sullo scrigno.
Ma non accade nulla.
“è troppo presto,vattene! Portala con te e torna indossando l'armatura!” Keid evoca un'enorme cascata che Theron congela via via sparando centinaia di dardi di ghiaccio.
Iulius non capisce il comportamento dei cavalieri e soprattutto perché andarsene quando Atene è sotto attacco,ma prende in spalla lo scrigno e fugge.


Nel frattempo Polideuce e il Grande Sacerdote stanno discorrendo nelle sale quando appaiono due figure sulla soglia.
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messaggio Nov 25 2011, 11:41 PM
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Capitolo 13

I due cavalieri d'argento si attengono al piano e costringono la dea ad avvicinarsi alla prima Casa.
Eucelione affaticato dallo scontro cede il passo al compagno,Dardanos allora per cercare di avere un vantaggio usa l'arpa per danneggiare l'armatura invalicabile.

Nelle stanze del Grande Sacerdote i dettagli di Policeude e del cavaliere di Leone vengono interrotti da Ganimede, che appare molto affaticato, e Demetrius che ha una fascia intorno ad un braccio.
“tutto procede come avete detto, ho sigillato nel ghiaccio la dea della Discordia,ma la terribile Ate,che indusse in errore addirittura Zeus,non si è vista..” inizia il cavaliere dell'Aquario.
“Limos è sul punto di esser sconfitta, Algea è nei pressi della Casa dell'Ariete.. siete sicuri che servirà?”

Il cavaliere della Coppa e di Eridano avevano sbaragliato le truppe nemiche,rimaneva solo la dea che fronteggiava la Sacerdotessa di Andromeda.
La frusta della dea si abbatteva contro la difesa della catena,la catena lacerava la carne senza fare troppi danni.
Anche questa viene spinta verso la prima Casa.

Sulla soglia della prima Casa c'era un enorme bara di ghiaccio nella quale si intravede Eris con il tridente in mano e la mela in pugno.
Algea con la vista fioca la scorge e Limos scorge Algea,un semplice sguardo di intesa e appare al centro della rissa una nuova donna che distorce lo spazio.
Un imprevisto per cui i cavalieri di Atena finiscono tutti a terra,Algea riacquista vigore e insieme alla nuova donna spacca il ghiaccio.
Le quattro dee marciano verso la Prima Casa quando il cavaliere di Leone e Policedue appaiono sulla soglia,sogghignando alle divinità.
Il Grande Sacerdote impugnando delle piccole tavolette in cui c'è inciso qualcosa,mentre Policeude crea un piccolo vortice sotto le quattro divinità,urla: “Soul Cage!”
Dalle quattro donne si separa una fiamma,le quattro fiamme vengono racchiuse in una piccola sfera e finisce nel varco aperto dal cavaliere di Gemelli.
Polideuce richiude il varco e si congratula con i presenti con parole di conforto: “staranno in quella dimensione per almeno 500 anni..”.

Appena finite le riparazioni,il Grande Sacerdote e i cavalieri d'oro e d'argento riuniti decidono di rendere effettivo il dislocamento degli allenamenti in altre parti del mondo.
Con la necessità anche di ampliare le fila dell'esercito vengono mandati,per la prima volta,greci in terre sconosciute.


Passano 10 anni.

Due figure si fronteggiano tra le rovine di un tempio.
“mi fidavo di lei! La consideravo come un padre! Perché ha fatto questo? Perché?”
“non puoi capire! Il mio cuore ardeva troppo per placarlo col gelo proprio alla mia costellazione!
Dovevo farlo!”
“ma perché l'ha ucciso? Perché si è macchiato di una tale atrocità? Cosa l'ha spinta fino a questo abisso?”
“Ivahn,non capiresti! L'ho ucciso perché mi avrebbe ostacolato,l'ho ucciso perché era...”
“Maestro! Le sua mani sono sporche di sangue, c'era davvero bisogno di spingersi fino a questo punto?”
“Allievo mio,non capisci! È per causa di colui che sto per fronteggiare che ho perso tanti amici,il mio stesso allievo.. io,Ganimede,cavaliere d'oro..ho visto morire davanti a me troppe persone..i cavalieri d'oro sono considerati l'armata più forte a disposizione della dea Atena,invece ho subito inerme un massacro,senza che le mie azioni potessero cambiare il loro fato!
NETTUNO dovrà pagare!”
“ma anche lei ha ucciso delle persone per arrivare fino qua.. per non parlare dell'altra persona.. me lo ricordo il giorno in cui ci siamo salutati..un mese fa..”

Due figure in armatura d'oro procedono in una distesa ghiacciata,li raggiunge una terza persona in armatura d'oro.
L'ultimo arrivato parla alla seconda: “Avevi ragione Ganimede, il ragazzo è ora potente quasi quanto te,peccato che non ci sia da combattere nemici,mi sono annoiato di tutti questi ghiacci e di fare la guardia a dell'acqua congelata!”
La seconda: “il vostro discorso mi onora Teofane del Toro,non sono degno di esser paragonato al maestro.. maestro che donò parte della propria linfa vitale su quest'armatura..sono in debito per quanto fatto..”
La terza risponde ai due: “padre, Ivahn, mi riempite di onorificenze che non mi sono proprie..”

Teofane strattona un attimo Ganimede: “Ho una missiva di Polideuce,vi vuole al Santuario..un'ultima cosa il cosmo di questo cavaliere di bronzo è tale da mantenere l'armatura di un colore proprio dei cavalieri nostri pari,mai si è vista una cosa così straordinaria..figlio mio,sei davvero sicuro di volerti spingere fin là sotto? È tale la tua brama di vendetta nei confronti del dio?”

Messaggio modificato da helois il Nov 25 2011, 11:45 PM
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Capitolo 14

10 anni prima,poco dopo la sconfitta delle dee

Ravid si aggira per le strade di Atene triste e dispiaciuto nei confronti delle fiammelle che gli vanno incontro.
“mi dispiace,se fossimo stati in grado di fronteggiarle avresti potuto diventare un ottimo cavaliere del Corvo...”
“mi rende triste vedere una madre e un bambino ancora non nato morti per così poco..”
“farò di tutto affinché vostro figlio sappia questo..”
Mentre si accascia a terra,due cavalieri d'argento lo raggiungono.
Eucelione parla per primo: “conforti i morti,vero?”
Ravid non risponde.
Dardanos si inginocchia e parla sommessamente: “Tucidide ha dato tutto se stesso affinché morisse meno persone possibili..”
Ravid alza il viso rigato dalle lacrime, singhiozzando: “anche il mio maestro è caduto?”
Dardanos scuote il capo,risponde porgendo la mano a Ravid: “non so cosa abbia fatto,ma è vivo..ha perso la sua umanità per sconfiggere una dea..”
Al che appare anche il Grande Sacerdote, i due cavalieri d'argento mostrano riverenza.
Con un gesto della mano il Cavaliere di Leone fa alzare i due cavalieri e gli congeda.
Una volta fuori dalla vista dei due, il cavaliere d'oro si toglie l'elmo e guarda negli occhi Ravid.
“il tuo rispetto per i morti è ammirevole,la vicinanza con la morte ha sempre influenzato i cavalieri della Quarta Casa e tu non sei da meno..”
Ravid si alza in piedi e risponde: “cosa volete che faccia?”
“trova Tucidide,finisci il tuo addestramento e combatti al nostro fianco,quella di ora era l'avanguardia di una catastrofe..”

5 anni dopo

/Non ce la faccio più a vedere il mio maestro in queste condizioni..devo trovare un modo per farlo tornare normale/
Ravid mentre osservava quella creatura.
L'essere si accorge del cavaliere e dopo avergli ringhiato contro lo attacca.
Ravid,ormai preparato a quel trattamento,scansa agilmente il colpo.
Inoltre evita il fascio di luce che la bestia scaglia poco dopo.
“ormai sono 5 anni che mi alleno contro di voi,che avete perso la ragione,ma devo ancora migliorare..per questo tornerò nel mio paese di origine,tornerò!”

Il viaggio di Ravid si interrompe una volta alle soglie di un maestoso Tempio su una collina vicino Gerusalemme. Il Tempio del Re Salomone.
È notte e nessuno è di guardia,Ravid furtivamente entra dentro al Tempio.
Era la prima volta che ci entrava,l'aveva visto ma gli era stato proibito l'ingresso per via del sangue misto nelle sue vene.
È molto imponente già solo nel vestibolo, ad un tratto scorge una luce e si nasconde in un anfratto.
“fatti avanti!”tuona una voce.
Ravid è pronto,dopo 5 anni a combattere contro un cavaliere d'oro una semplice guardia non era una minaccia.
Si fa avanti e..
Scorge una figura regale avvolta da una luce diafana,il volto è traslucido,ma lo riconosce.. Re Salomone.

Ravid riemergerà da quel Tempio solo dopo 5 anni.
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Capitolo 15

Chaleb s'era dovuto separare dal fratello,il quale avrebbe continuato il proprio allenamento ad Atene,mentre a lui toccava il destino di allenarsi più a sud nelle regioni calde.
Sopra una collina ricoperta da vegetazione c'era un'entrata ad una grotta che raggiunsero dopo aver attraversato zone aride dai climi rigidi per settimane.
Il clima nella zona della vegetazione era caldo e umido,con la notte che scendeva la temperatura, per fortuna la temperatura nella grotta era costante.
Chaleb aveva come maestro Theron, il cavaliere d'argento della Coppa.
Col passare del tempo Chaleb si ritrovò ad esser più calmo e riflessivo,usava con la giusta strategia i tre colpi della costellazione dell'unicorno.
Però più di una volta aveva chiesto al cavaliere d'argento la possibilità di scrutare nell'acqua magica della Coppa,ma la risposta era sempre negativa.

Iulius si è separato per la prima volta dal fratello minore,che aveva accudito fin da piccolo.
Il suo maestro non era altri che il Grande Sacerdote,cavaliere di Leone,di cui non conosceva nemmeno il nome.
Passava molto tempo nelle stanze della tredicesima Casa,sotto lo sguardo vigile e severo del funzionario di Atena.
L'unico amico che gli rimaneva era Aeron,ma era troppo preso dagli allenamenti con Polideuce,così da vederlo anche una volta al mese.
Il cavaliere d'oro di Leone e il cavaliere d'argento di Orione,gli venne spiegato,hanno una sintonia che poche armatura hanno:si dice che siano state forgiate prima le vestigia di Orione e successivamente quelle di Leone e,anche, si tramanda che fosse la stessa mano di muriano a scolpirle infondendo in esse parte della propria anima.
Ora che il Leone è un muriano,ne percepisce il legame così che la comunicazione tra i due cavalieri diventa telepatica.


Ormai dopo 5 anni Chaleb aveva raggiunto la padronanza del cosmo necessaria per investire l'armatura di Unicorno,così insieme a Theron tornano ad Atene.
L'affetto reciproco dei due fratelli che si ritrovano dopo tanto tempo è tale da strappare un sorriso ad entrambi i maestri.
I giorni successivi trascorrono in un attimo e,per decisione del Grande Sacerdote,la prova finale per l'investitura dei due fratelli verrà eseguita lo stesso giorno.

La sera prima della sfida i due fratelli si trovano,per caso o per destino,alle pendici del Grande Tempio a scrutare le stelle.
Unicorno e Orione erano proprio una al fianco dell'altra,proprio come lo sono i due fratelli distesi sul prato.
Non si dicono molto,tanto si sono detti e tanto si diranno in futuro.
L'irruenza e il carattere di Chaleb sopiti per parecchio tempo riemergono.
«fratello,non provarci nemmeno ad esser sconfitto nella prova di domani.. se no ti uccido con le mie mani..»
Iulius risponde con un grande sorriso,contento in cuor suo che il fratello, anche se cresciuto,rimanga sempre lo stesso.

Il giorno successivo i due fratelli si ritrovano e, con uno scrigno sulle spalle, partono per la loro prima missione di cavalieri di Atena.
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Capitolo 16

Aeron col passare del tempo stava appianando le differenze di cosmo tra lui e Polideuce,fino a rispedire le Galaxian Explosion col Cristal Wall e ad evitare i terribili Genro Ma-O-Ken.
Il giorno dopo la nomina di Chaleb e Iulius,si svolgerà la prova di Aeron.
Aeron sviluppò una forte amicizia con gli apprendisti alla nomina di Sagittario e di Bilancia.
Invece gli altri due apprendisti rappresentavano una minaccia:più di una volta erano stati sorpresi a picchiare altri soldati minori,l'apprendista di Sagittario tirava con l'arco impunemente sfiorando più volte i compagni,quello della Bilancia usava tutto come armi,arrivò ad affilare i corpispalla da allenamento e mise schegge di metallo nei guanti.
E si erano alleati al concorrente di Ravid,ma Aeron era certo della forza dell'amico.
Aeron per proprio conto giorno dopo giorno,aveva sviluppato enormemente la sua affinità con la natura,fino a piegare al proprio volere alberi e animali.
Questi poteri non erano ben visti da Polideuce, “la vita della natura deve seguire il suo corso,non esser deviata per scopi personali” era solito ripetere al Celta.
Oltre che con Polideuce si era allenato saltuariamente con l'amico Ravid,che passava fin troppo tempo al di fuori delle mura senza dare troppe spiegazioni.
Era un po' turbato dal suo comportamento,ma forse era la lontananza da casa,che anche lui soffriva.
In un futuro prossimo sarebbero stati cavalieri d'oro,lui nella prima e l'amico nella quarta.
Così,dopo 5 anni, la notte prima della prova finale,un apprendista era deceduto nell'attacco quindi aveva tre concorrenti alla nomina,non riusciva a dormire e si mise a passeggiare nella notte.
Sussurri e voci soffocate lo distolsero dal dialogare con la natura,nei pressi della prima casa scorge una figura che ricorda molto il suo maestro Polideuce,ma con una maschera che gli copre il volto e i tre apprendisti dall'indole malvagia che stavano picchiando un paio di apprendisti che non riconosce.
La natura gli concede di ascoltare da quella distanza,trasportando un suono limpido come se fosse accanto a loro.
“Capricorno e Pesci,passate dalla nostra parte,ribalteremo le fondamenta del Grande Tempio e permetteremo ad Eris di tornare!” disse il futuro avversario di Ravid.
“dobbiamo occuparci di quello straniero.. una volta sistemato lui avremo campo libero,l'ebreo passa troppo tempo al di fuori delle mura,basterà aspettare che se ne vada e poi agiremo anche se è forte in uno scontro cinque contro uno di sicuro perderà.. soprattutto cospargendo di veleno le nostre daghe..”Bilancia era quello che parlava con tono sprezzante.
“ma come faremo con i cavalieri d'oro? Gemelli e il Grande Sacerdote non sono umani a livello cosmico!”piagnucolò uno dei due a terra.
“per non parlare di Ganimede,se dovesse tornare saremo congelati prima ancora di poter respirare,a volte percepisco una profonda oscurità provenire da lui..” fece eco ai piagnistei il secondo a terra.
“di Ganimede non dobbiamo preoccuparci, so che di Atena e del Grande Tempio non gli importa più di tanto,è Nettuno quello che vuole.. io sarei più preoccupato del cavaliere di Scorpione scomparso durante lo scontro,si dice che oltre la terribile Needle,possieda i colpi del Cancro,come sempre saranno colpi meno efficaci del vero cavaliere ma un accoppiata ebreo e Scorpione..”era stato il Sagittario a parlare.
Quello con la maschera era stato ad occhi chiusi fino a quel momento,la voce filtrata dalla maschera: “di mio fratello me occuperò io,Eris mi ha promesso l'armatura d'oro che mi è stata negata per esser nato un'ora dopo mio fratello,sarà quello il tempo necessario a sistemarlo,Scorpione so che è temibile,ma il Grande Sacerdote lo è di più, lo attaccherai te con le tue daghe avvelenate,metteremo a dormire per sempre il Leone Regale.
Delle mie spie mi avvertiranno se Ganimede ha intenzione di tornare e lo fermeremo prima ancora che entri in città...il nostro piano si svolgerà non appena Ate ci darà un segnale dall'altra dimensione...”
Viene distolto da un fruscio,si gira e vede Maleid del Drago,Eucelione della Freccia,la sacerdotessa Febe di Andromeda e l'amico Kgosi,con addosso l'armatura d'argento di Cefeo.
“un bel cinque contro cinque?”sussurra, strizzando l'occhio.


non mi ero dimenticato,solo avevo lasciato i capitoli 16 e 17 un po' a mezzo,ho rifinito il 16..
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Capitolo 17

Kgosi era quello dei sei che aveva trovato più difficoltà e ostruzionismo durante l'addestramento. Ma con l'investitura straordinariamente precoce per un cavaliere d'argento,tutto era cambiato.
In un anno Kgosi da oggetto di scherno per la pelle olivastra è diventato un consigliere fidato,una spalla a cui appoggiarsi e,per via della brillante mente di cui era dotato,un ottimo stratega.
Proprio queste sue doti gli avevano fatto capire,nelle notti insonni per paura di agguati,il complotto che si celava tra le mura del Grande Tempio.
Espose i suoi dubbi alla Sacerdotessa di Andromeda,che all'inizio rimase dubbiosa.
Col tempo però Febe notò i particolari che le erano sfuggiti,così che ripropose i dubbi al parigrado Maleid.
Maleid aveva il sentore che prima o poi il male sarebbe dilagato anche tra le fila di Atena,mai prima d'ora s'erano manifestate azioni malvagie, c'era stato chi si era opposto agli ordini,chi gli aveva eseguiti con scarsa cura,un cavaliere non troppo tempo addietro era arrivato a rinunciare alla propria armatura per non eseguire un ordine del vecchio Grande Sacerdote,pagando il gesto con la reclusione.
Però mai c'erano stati complotti di saint contro altri saint,gli attriti c'erano sempre stati,ma dopo un paio di battaglie combattute fianco a fianco si appianava anche la più ostinata delle battaglie tra fratelli.
Segno di un cambiamento,segno che la gente avrebbe mormorato e in futuro ci saranno ancora più problemi.
Altri cavalieri d'argento erano occupati così il passaggio di informazioni si chiuse con Eucelione,grande amico di Maleid.
Proprio dopo la nomina a cavaliere d'argento di Kgosi la notte c'era più movimento,così a turno i cinque con scuse banali pattugliavano i distretti della città.
Vennero a conoscenza così degli incontri dei cinque cospiratori,ma solo in quel momento erano tutti e cinque insieme.
“bisogna agire subito..ok?” si rivolse agli altri quattro aqquattati tra i cespugli.
“non bisogna uccidere,se necessario,dovranno esser processati davanti al Grande Sacerdote per il loro tradimento,siamo chiari?” Maleid era più nervoso del solito,Kgosi notò un impercettibile tremore nella sua voce.
“quando volete io sono pronto..” Eucelione si era posizionato col braccio armato in avanti,una salva di frecce sarebbe stato un ottimo diversivo.
Kgosi e Maleid si scambiarono un'occhiata,Aeron era un po' titubante perchè l'unico privo di un'armatura,ma lo erano anche i nemici.
Bisbigliando “Phantom Arrow!” Eucelione lancia una prima salva di frecce illusorie.
“ci hanno scoperti” urlò uno
“che Atena possa marcire nel Tartaro!” parte all'attacco l'apprendista di bilancia evitando frecce vere inserite a tempi irregolari,dopo poco fu in corpo a corpo contro Eucelione.
La Sacerdotessa di Andromeda e Aeron erano scartati di lato e si lanciano all'inseguimento dei due apprendisti piagnucoloni di Capricorno e Pesci.
Maleid carica a testa bassa il sosia di Polideuce, a Kgosi rimane l'arciere pazzo che tirava frecce a nemici e alleati.
/l'avversario impiega circa 7 secondi ad incoccare la freccia,si appoggia più sulla gamba destra,la sinistra deve ancora risentire della botta presa cinque giorni fa, chiude sempre l'occhio destro e mira col sinistro,così potrei arrivare dal fianco sinistro.../ mentre studiava la tattica colse lo scontro tra Eucelione e Bilancia traditore,cogle qualcosa che il cavaliere d'argento suo pari non ha visto.
Il colpo dei Gemelli è sempre stato uno dei più temibili, così gli era stato riferito,infatti Maleid si para a fatica col proprio scudo.
La catena di Febe viene tagliata dalla spada,Aeron ha una rosa bianca piantata in un braccio.
L'apprendista di Cancro era scomparso da troppo tempo.
/non va affatto bene,dannazione!/


e ora ho rifinito il 17...

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Capitolo 18

Ivahn aveva avuto un allenamento meno faticoso,in quanto già si era allenato un anno intero nella terra natia seguendo gli insegnamenti di Ganimede.
Gli altri allievi con lui non si erano accaniti più di tanto,dopo lo spettacolo del primo giorno,così da rimanere isolato per la maggior parte del tempo.
Dopo l'atroce attacco delle dee era tornato nelle lande ghiacciate della sua terra.
Atene era un posto troppo caldo,lì poteva esprimere al meglio il proprio potenziale,così dopo non troppo tempo era riuscito a pareggiare il maestro e successivamente,per poco, a superarlo.
Ma non c'era ambizione nelle intenzioni di Ivahn, col suo potere era convinto di esser d'aiuto a mantenere la giustizia e a proteggere tutte le genti del mondo.
Ganimede aveva però tutt'altri piani in mente. La notte prima che arrivassel'altro contendente all'armatura di bronzo,come comunicato dal Grande Sacerdote,Ganimede raccontò ad Ivahn la triste sorte del precedente allievo del Cigno.

14 anni prima

La Guerra contro Hades si era appena conclusa con parecchie perdite,dei cavalieri d'oro rimanevano solo Socrate dei Pesci, il fratello dell'Ariete, Teofane di Toro e il leggendario muriano di Sagittario.
Infatti Hades e la sua armata s'era scagliato contro chi indossava un'armatura,non contro chi era apprendista,così da lasciare in vita alcuni allievi, come Ganimede, e gli apprendisti degli allievi.
Nell'istante in cui Teofane mal ridotto ritornò dallo scontro con Thanatos,il mare iniziò ad innalzarsi e la dea Atena incarnata di quel tempo capì quasi subito cosa stesse per accadere.
Nettuno era pronto per una nuova sortita,infatti c'era stato un attacco pochi anni prima del dio del mare,che non aveva schierato tutte le sue forze.
Questa volta si presenta in prima linea col proprio corpo mitologico e i 7 Generali al proprio fianco.
Nel primo attacco crollarono parti delle mura della città e le Case,che a quell'epoca erano poco più che dodici stanze a tre navate collegate da gradini scavati nella roccia,ebbero dei cedimenti a causa dei terremoti continui.
Enormi gole si aprivano nel suolo,inghiottendo tutto ciò che trovavano,Atlantide emerse ancora una volta da sotto il mare,come era accaduto in passato.
Emergendo Atlantide tutto l'esercito di Nettuno dilaga sulla terra emersa,Mu chiese rinforzi dai guerrieri,ma pochi arrivarono in tempo.
Molti muriani erano stati ridotti in schiavitù a forgiare nuove armature,così Atena aveva dato ordine di proteggere la Grecia.
Nettuno sfidò 7 campioni di Atena contro i suoi 7 Generali,certo della vittoria avrebbe assaltato le forze rimanenti con le nuove armature e usando i suoi poteri di dio.
Vennero scelti i cavalieri d'oro sopravvisuti con l'aggiunta dei cavalieri più promettenti,ma il leggendario cavaliere muriano si oppose alla nomina,così come Atena si era opposta alla richiesta di aiuto del continente natio.
Al posto del muriano venne scelto Ganimede,che aveva già sconfitto nell'arena l'avversario alla nomina di cavaliere dell'Acquario ma Hades aveva distolto l'attenzione all'investitura ufficiale.
Il cavaliere di Ariete si offrì di celebrare il rito di nomina e di vestizione.
Lo scontro tra campioni sarebbe avvenuto tra le mura di Atlantide, ma nel momento in cui le sorti dello scontro stavano volgendo a favore di Atena,Nettuno mandò all'attacco di Atene il resto dell'esercito,forte di nuove armature e un nuovo rango di guerrieri mai mostrato fino a quel momento.
L'avversario di Ganimede era uno che usava molteplici attacchi evocando bestie diverse ad ogni attacco,fu il suo primo scontro serio e ne fu sopraffatto.
Teofane aggravato dalle ferite di Thanatos e altri spectre sconfitti era in difficoltà pure lui,ma non sarebbe arretrato di un centimetro,davanti al figlio avrebbe dato fondo a tutte le energie.
Il cavaliere dell'Ariete e il fratello dei Pesci erano nettamente più forti degli avversari.
Il primo a perire fu però un cavaliere di Atena,il giovane cavaliere d'argento di Orione,l'avversario usava un terribile flauto che indeboliva tutti gli avversari.
Il secondo a cedere fu però l'avversario di Socrate,a poco servivano illusioni e attacchi improvvisi contro le temibili rose e il sangue doppiamente pericoloso.
Il coetaneo di Ganimede,Polideuce, si distingueva nell'affrontare il Generale dalla difesa invalicabile e l'attacco devastante.
Ma anche per lui era il primo scontro e ne fu sopraffatto,in loro aiuto arrivarono Teofane e Socrate.
Ma l'unico Generale sopravvissuto era un osso troppo duro,aveva atterrato ben quattro cavalieri d'oro e rivaleggiava contro un Teofane al limite della sopportazione.
In aiuto del Toro giunse la dea Atena in persona che bloccò l'intervento di Nettuno proprio quando stava per colpire a tradimento il cavaliere d'oro.
I quattro cavalieri d'oro vennero mandati ad Atene in aiuto.
Appena in tempo per salvare le sorti della guerra contro Nettuno,ma non per salvare tutti.
Sopraffatto da una guerriera con l'armatura rossa Ganimede assistette alla morte del proprio allievo del Cigno. Nemmeno spargere sopra l'armatura di bronzo il proprio sangue salvò l'allievo.
Il cuore del cavaliere dell'Acquario,nello scortare il padre a nord con le nuove armature trafugate,si riempì di rabbia.

Capitolo 19

Chaleb e il fratello si sarebbero diretti ad est,verso la regione dei Cinque Picchi,là gli era stata riferita la presenza di una torre su cui vi era posto il sigillo di Atena.
Ma non era quella la missione principale,c'era già un cavaliere d'oro che la scrutava notte e giorno, era un tempio muriano l'oggetto della missione, là c'erano alcune vecchie armature da riparare e alcuni muriani da scortare fin lassù.
Riportare le armature riparate ad Atene, controllare il sigillo e fare una ricognizione sul mare di sud est,dove si trovava un accesso al regno sottomarino di Nettuno.
Niente azione,nessuno scontro,solo ricognizioni; avere un'armatura e non indossarla.
Ma almeno avrebbero visto il leggendario Socrate dei Pesci, onore e fierezza erano le due parole che usavano quando ne narravano le gesta,di come aveva combattuto contro le schiere di Hades,di come si sia distinto nell'affrontare Ker,sigillata poi da Atena.
Il fratello,del segno di Ariete, si era distinto per aver avuto la meglio sugli Oneiroi, sulla terribile Garuda e l'aver disarmato addirittura Hades.
Purtroppo il taglio di quella spada è fatale, e dopo una decina di anni tra atroci e silenti tormenti ha raggiunto gli altri compagni deceduti per mano di Hades.
Chi sa che cosa aveva in serbo il destino si chiedeva spesso Chaleb,anche lui col fratello avrebbe fronteggiato altre divinità? Guerrieri potenti?
Non aspettava altro.
Però un po' invidiava il fratello,che aveva un'armatura più coprente, e aveva una diversa responsabilità sulle spalle.
In capo ad un anno al fratello verrà affidato il primo allievo, Chaleb dovrà aspettare.
L'est gli era sembrato sempre un posto selvaggio,dominato dalla natura,buio,ma si dovette ricredere quando arrivò alle pendici di una montagna altissima,la più alta del mondo dopo l'Olimpo.
Aveva attraversato paludi,deserti aridi,gole,montagne, tutto questo era mozzafiato.
Bisogna proprio combattere contro chi vuole distruggere tutta questa meraviglia.
Poiché non c'era urgenze al fratello e al gigantesco Lycus propose di scalare un po' quella montagna,così da ammirare il paesaggio.
La mente di Lycus era semplice e replica con un: “lo farai al ritorno,ora proseguiamo.”
Iulius in una differente situazione gli avrebbe dato ragione,ma in quell'occasione si dimostrò un'altra persona.
“siamo in missione,non siamo qua per divertirsi...vieni!”
Sbuffando Chaleb segue i due cavalieri d'argento,entusiasta di avere un'armatura,ma molto meno di esser di rango così basso.
Un cavaliere d'oro o il Grande Sacerdote avrebbero fatto quello che gli sarebbe più parso.
Raggiunsero al calare del sole la regione dei Cinque Picchi, il sole passava attraverso quelle colline proiettando ombre di giganteschi diti tozzi, da qualche parte c'era una cascata davanti alla quale da una decina di anni vegliava un cavaliere d'oro.
Ma se era un cavaliere d'oro,perchè non poteva fare quello che gli pareva?non era la massima carica dopo il Grande Sacerdote?
Chaleb gli avrebbe parlato,non ci sarebbero stati dinieghi.
Iulius si trovò d'accordo col fratello,Lycus si sarebbe occupato di guardare il sigillo al suo ritorno si sarebbero diretti a sud,senza più perdere tempo.
I due fratelli videro due persone su uno sperone di roccia intente a fare qualcosa,ma Iulius lo fermò prima che potesse avvicinarsi troppo,distinse chiaramente che uno dei due era seduto e si toccavano con l'indice e il medio.
Poi quello in piedi ha un sussulto,piega all'indietro testa e corpo e si allontana dall'altra figura,barcolla e cade in acqua.
Il cavaliere dei Pesci si gira verso di loro e gli fa cenno di avvicinarsi,intanto armeggia con una pezza e si avvolge i due diti di prima.
“oh,è sempre un piacere immenso ricevere visite di cavalieri di Atena,riportano molti bei ricordi le vostre armature..e vedo che siete anche stranieri,ciò rallegra ulteriormente il mio cuore..mio fratello era molto cocciuto..ovviamente sapete chi sono,vero?”
Iulius si inginocchia in modo referenziale,Chaleb incede e poi china solo il capo.
“cavaliere d'oro dei Pesci,Socrate.. perchè rimane qua? Non ha il rango e i diritti per fare ciò che più le compiace?”
Un sorriso rivela rughe intorno agli occhi, guardando dritto negli occhi Chaleb,Socrate risponde:
“non è l'armatura che fa di te un cavaliere di Atena,lo sono i sentimenti che albergano nel tuo cuore; se è la Giustizia a governare le tue azioni,puoi indossare anche semplice pelle di pecora la tua difesa sarà la tua fermezza,il tuo coraggio e la passione; Hades non ha concepito differenze nel forgiare le 108 corazze per proteggere le sue pedine, Nettuno che aveva solo 7 generali che ubbidivano ad ogni suo ordine si è dovuto creare uno schieramento intermedio,fallendo nel tentativo,così anche altre divinità hanno dovuto ricorrere ad una gerarchia.
Non è l'armatura a fare di te un cavaliere,certo,ma che tu sia bronzo,argento o oro,quivi rappresentati da noi tre,non importa ai fini dello scopo ultimo,s'è scoperto che un cavaliere di bronzo avesse il potere di ferire un dio, un cavaliere d'argento può prevedere e scrutare nel tempo e nello spazio... c'è un piccolo gruppo che ha poteri anche maggiori dei miei e dei vostri messi insieme..”.
“...non è la potenza quello che deve uno cercare,già da cavaliere di bronzo sei già più forte di tutto il resto della popolazione del mondo,ma è il tuo scopo quello che è importante.
Per ora seguirai ordini,sarai tediato dalle prime missioni,ma tutto ti deve servire come insegnamento e ne dovrai fare tesoro.

Capitolo 20

Iulius ascoltava con attenzione le parole del cavaliere d'oro,ma queste cose erano simili a quelle raccontate dal Grande Sacerdote negli anni passati.
“tutti siamo strumenti di giustizia, agiamo per un bene comune,poco importa dell'armatura che una persona indossa..”
Il discorso non era troppo logico,ma probabilmente era un discorso fatto dalle precendenti generazioni, per non suscitare rivolte interne.
Il cavaliere di Orione non era però molto interessato da quel discorso, preferiva fare un altro tipo di domande,così aspetta.
Socrate lo intuisce,così appena finito il discorso,rimane col capo voltato in direzione di Iulius.
“vuoi che sciolga anche i tuoi dubbi? Mio fratello minore però era più saggio di me,se non potrò risponderti adeguatamente chiedi a Ravid,lui ti può aiutare a metterti in contatto con mio fratello.”
“volevo chiedere di questa fantomatica epoca del Mito,che si è svolta non troppi secoli fa. Vorrei sapere di quei primi cavalieri e vorrei sapere cos'è questa sensazione che provo quando ho addosso quest'armatura.”
“oh, grandi quesiti! L'epoca del Mito era un periodo luminoso e oscuro nello stesso tempo, luminoso perchè ha portato la venuta degli dei,degli uomini e degli eroi. Una moltitudine di esseri pullulavano il pianeta in pace e armonia. Ma soprattutto le divinità ancora non avevano iniziato a muovere gli uomini come pedine.
Non sappiamo noi mortali cosa accadde,ma la goccia che fece scatenare una guerra,fu Nettuno e i suoi desideri di conquista,si dice ispirato dal dio della Guerra Ares che volesse provare a sfidare un'altra divinità.
Così solo Atena,armata della sola bontà, si ritrovò a fronteggiare le armate di Nettuno,ma al suo fianco si schierarono quasi trecento persone comuni,che in realtà alcune di comune non avevano niente,visto che erano discendenti di divinità oppure erano eroi di gloriose imprese.
Fatto sta che per proteggere quel,questo, suolo dagli invasori circondarono Atena con i loro sentimenti.
Ma le armature di cui era dotato l'esercito di Nettuno erano più resistenti,quindi nel primo assalto venne dimezzato l'esercito di Atena,così da costringere la dea a creare armature e donare opportuni mezzi per combattere,nonostante fosse da sempre riluttante all'uso di armi.
Ma solo un terzo dell'esercito iniziale era sopravvissuto,chiamati successivamente cavalieri per l'impresa,ai due attacchi di Nettuno; ma per finire le armature c'era bisogno di tempo.
Per prendere tempo alcuni valorosi cavalieri senza armature, organizzarono una sortita così da sbaragliare l'avanguardia dell'esercito e,a costo della vita,dare tempo agli altri di indossare le armature e,successivamente, ricacciare Nettuno e i suoi 7 Generali negli abissi.
Alcune armature rimasero senza possessore e altre rimasero incompiute.”
Socrate si ferma un attimo,poi prosegue
“ma una volta emersi dal mondo sottomarino gli altri dei ebbero paura per un esercito così compatto e così valoroso,così che erano tutt'altro che finiti gli scontri...non è facile la vita del cavaliere,ma nessuno ha mai rifiutato il proprio incarico.....oh,non siamo più soli..”
da dietro la cascata si materializzano tre soldati, con armature dalle tinte azzurre,celesti e bianche.
L'unico col mantello,con l'armatura bianca, si inginocchia con referenza e con voce profonda si rivolge al cavaliere dei Pesci: “ saggio Socrate, veniamo da Nord per esporre un dubbio che ci assilla, possiamo discuterne in privato?”
Socrate corruga la fronte e poi la distende: “non temere, Alek, parla pure liberamente, sono persone fidate, non ci devo esser segreti tra cavalieri..”
Alek china il capo: “non per mancarle di rispetto,ma è una questione.. che richiede solo la sua saggezza..”
Iulius comprende, prende il fratello sottobraccio e dice al gigante Lycus: “andiamo a sud”.
Il cavaliere di Orione si rivolge a Socrate: “grazie per la lezione, è stato un onore”.


per ora siamo a posto per un po'... lol.gif
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Capitolo 21

Ivahn si sveglia nel cuore della notte percependo un movimento poco distante, dormire dentro una grotta avvolti nel proprio mantello non era stata una scelta saggia, ma era più vicino al luogo in cui c'erano i ghiacciai e i profondi mari.
Ganimede non c'era più, difficile che ci potesse esser qualche avversario che lo avesse catturato di notte senza che lui lo percepisse.
Erano passati un paio di giorni dal loro ritorno da Atene con l'armatura del Cigno appena conquistata, Ivahn è stato tra i primi a risparmiare la vita agli altri contendenti all'armatura, prima con l'altro Grande Sacerdote chi falliva aveva due scelte: la morte o l'isola della disperazione.
La seconda scelta in tempi lunghi coincideva con la prima, l'isola della disperazione era un luogo remoto,ove venivano spediti coloro che avevano osato alzare la mano contro gli innocenti e coloro che si erano opposti ad Atena, anche dopo il giuramento di servirla fino alla morte.
Ivahn ringraziò intimamente il nuovo Grande Sacerdote per aver abolito una pratica così barbara,ma al tempo stesso l'obiezione di Tucidide trovava fondamento.
“avremo la città piena di fallimenti, di cavalieri che sono stati traditi nell'animo, di possibili spie..”
con fare irato aveva lasciato la stanza,gli raccontò Ganimede; ma un saggio Polideuce propose “mandateli nelle regioni di addestramento, fateli diventare tutori delle prossime generazioni,così che si possano rinfrancare lo spirito..anche se tuttavia anche in questo caso l'obiezione di Tucidide è tutt'altro che mitigata.. potrebbero esserci ancora più problemi..”
Ganimede riferì che la riunione si concluse con nulla di fatto, intanto sarebbero stati mandati a reclutare nuovi allievi.

/È proprio una notte limpida/ pensa Ivahn mentre si incammina tra i ghiacci,anche se lassù la notte e il giorno avevano periodi molto più lunghi rispetto alla Grecia.
Le traccie nella neve erano poco visibili,ma il percorso era familiare ad Ivahn.
Il villaggio in cui c'era il padre di Ganimede e gli altri cavalieri dalle armature strane.

La prima cosa che percepì fu l'odore del sangue, poi il rosso sul bianco che dominava lo scenario.
L'intero villaggio immerso nella neve mostra tinte rossastre ovunque.
La neve cade fitta ricoprendo parti di corpi smembrati e frammenti di corazze ovunque, il villaggio è completamente deserto.
Col mantello e l'armatura d'oro intrisi di sangue rimane a fissare negli occhi Ivahn, due occhi verdi brillano nel chiarore.
“non ti saresti dovuto svegliare così presto...”
Ivahn si accorge che aveva in mano l'elmo d'oro di Toro,con ancora il cranio del padre dentro.
“cosa....cosa ha fatto?”
“non mi intralciare...”
un possente colpo congela la parte destra del corpo di Ivahn, che arretra zoppicando.
/da dove deriva tutta questa potenza?/pensa il cavaliere del Cigno mettendosi sulla difensiva.
Un secondo colpo lo investe in pieno,ritrovandosi congelato in una bara di ghiaccio.
Tenta di dire qualcosa verso il cavaliere d'oro,ma ormai era troppo lontano.
L'armatura del cigno si tinge d'oro un'altra volta e Ivahn, bruciando il cosmo, a fatica si libera dall'involucro.
“è diventato così potente in poco tempo? O ho si è trattenuto per questi anni?” diceva a se stesso Ivahn.
Un dubbio morale lo assale: inseguire il maestro o seppellire questi cavalieri degni di una sepoltura che non sia il ghiaccio?
Il padre di Ganimede giace lì,privo di testa,con sangue sparso un po' dappertutto e danni visibili sull'armatura d'oro.
Eppure,gli avevano raccontato,Teofane aveva avuto la meglio su Thanatos,un dio.
Quanta potenza poteva scaturire dal cosmo di Ganimede?
Procedendo oltre la neve percorre lastre di ghiaccio in cui si scorgono le rovine di un tempio.


Atene

Il sole si stava alzando e la luce segna l'inizio di un nuovo giorno.
Non troppo tempo prima si era concluso lo scontro tra le due fazioni, c'erano stati morti,ma i danni erano rimasti contenuti per via della protezione.
A terra giacevano un paio di guerrieri feriti mortalmente, quando ad un tratto l'apertura del varco dimensionale li desta dal riposo,ma si tratta di un terrore così improvviso che li porta subito nell'Ade.
Le quattro dee si erano liberate e,senza indugi, Limos si avventa sui cadaveri ancora caldi.
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