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Megaupload, La Riia colpisce ancora
Fëanor Spirito di ...
messaggio Jan 21 2012, 02:50 PM
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CITAZIONE
L’Fbi chiude Megavideo e Megaupload
“Criminali che hanno infranto il copyright”



Tra i sette arrestati anche Kim Schmitz, fondatore dei due colossi
del file sharing e streaming online: ora rischia 50 anni di carcere.
Come risposta il gruppo di hacker Anonymous ha sferrato una
controffensiva senza precedenti mandando in tilt i siti della Universal,
della RIAA e dell’MPAA, fino a quello del Dipartimento di Giustizia
americano



Scorrendo
i siti di informazione italiani sembra quasi che non sia successo
nulla, visto lo spazio minimo dedicato alla vicenda. E invece la
chiusura di Megavideo e Megaupload, i
due colossi di file sharing e streaming online, da parte dell’Fbi ha
dell’incredibile. Una retata in piena regola, con sette arrestati e
un’accusa che sembra più adatta a una gang mafiosa piuttosto che ad
alcuni paladini della libertà della rete. Secondo il Federal Bureau of
Investigation, infatti, si tratta di “un gruppo criminale responsabile
di aver infranto numerosi tipi di copyright, con un
indotto di oltre 175 milioni di dollari e con un danno nei confronti dei
detentori del copyright di mezzo miliardo”. In galera, tra gli altri,
c’è finito Kim Schmitz, corpulento fondatore dei due
siti, uno dei grandi vecchi della pirateria più o meno legale della
Rete, che adesso rischia fino a cinquant’anni di carcere. Roba da
stragista incallito e recidivo, insomma.


L’Fbi, proprio nei giorni in cui il Web si ribellava a Sopa e Pipa
(le due durissime proposte di legge contro la pirateria in discussione
al Parlamento americano), ha deciso di fare sul serio. Ma nel mondo
particolare di Internet, un’azione del genere non poteva rimanere senza
reazione. Ecco che, a stretto giro di posta, il gruppo di hacker Anonymous
ha sferrato una controffensiva senza precedenti, un’operazione di
hackeraggio che in molti già chiamano “WWWW” (World Wide Web War). In
poche ore, erano down i siti della major discografica Universal, della
RIAA e dell’MPAA (due delle lobby più influenti in tema di copyright) e
addirittura dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia americano. Alcune
fonti parlano addirittura di 30mila computer collegati da cui partivano
gli attacchi. Una vera e propria guerra della Rete, non c’è che dire,
che alza il livello dello scontro sul controverso tema del copyright sul
Web.


Intanto, Megaupload è già online altrove, a
dimostrazione del fatto che i paladini della libertà del Web non si
arrenderanno facilmente all’azione repressiva delle istituzioni
statunitensi, ormai imbarcatesi in una guerra senza quartiere a un
fenomeno difficile da confinare nei limiti tradizionali della legge e
che, forse giustamente, vive in un ambito proprio con regole non scritte
che esulano dalle normative di singoli paesi.


La vicenda è molto fluida e con il passare delle ore si aggiungono colpi
di scena su colpi di scena. Quello che è certo, però, è che nonostante
il silenzio dei mainstream media (italiani su tutti), quello che è
successo nella notte rappresenta un importante spartiacque nella storia
di Internet e nella battaglia per la libertà totale della Rete. Una
battaglia che sembra impari tra Fbi e colossi discografici e
cinematografici da un lato e qualche centinaio di hacker smanettoni
dall’altro. Ma forse anche sul Web la storia di Davide e Golia ha un
senso. E gli eventi delle ultime ore sembrano confermarlo.


Che ne pensate?
C'è qualche reduce della chiusura di WinMx?


Pinguo è bello



Kurumada si è bevuto il cervello.. ed è morto di sete! (cit.)



In tal fatta capitò quindi che l'Allievo si dipartisse dal Reame Beato al pari degli altri esiliati, benché servisse ancora le Potenze e si mescolò alle genti della Terra di Qua. Ma a causa della sua fedeltà all'Occidente poco amore nutriva per i figli di Fëanáro pur sempre ribelle, che conquistavano territori e continuavano la loro guerra dimentichi della Luce che vi era all'Ovest; e in conto pari a selvaggi aveva quegli elfi che, prima del Sole e della Luna, avevano rifiutato l'invito dei Valar a recarsi oltre il Mare. Ecco quindi che si fece solitario e prediligeva la vita nelle selve ove meditava su come attuare la rivincita del suo Ordine. Non per questo chiunque, perdutosi nei boschi o spintosi nelle foreste per le ragioni più svariate, alla vista dell'Allievo, non poteva non restare stupito di tanta bellezza, ché dieci ere nelle selve non bastavano a sminuire la maestà che gli splendeva in volto, riflesso della beatitudine della terra donde veniva.
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