Sempre più spesso, parlando con colleghi del settore, si sente dire una frase molto triste:
“Il fumetto in Italia è in crisi…”
Questa idea nasce da un paragone che viene fatto fra il mercato del fumetto estero e quello del fumetto nostrano, e fra il modo in cui buona parte del pubblico italiano considera questo mezzo di comunicazione ed il modo in cui lo fanno negli altri paesi.
La Francia ad esempio, è considerata come La Terra Santa del fumetto. Aspirare a lavorare in Francia è sempre stato un sogno per molti. Si tratta di un paese dove è possibile trovare per le strade i cartelloni pubblicitari delle nuove uscite e dove gli autori godono del giusto rispetto.
Dal resto del mondo si sentono storie simili, basti pensare al Premio Pulitzer vinto da Art Spiegelman con la sua opera intitolata “Mouse” e al Premio Hugo vinto da Alan Moore con “Watchman”, due riconoscimenti che non vengono regalati a casaccio come si fa qua in Italia con le lauree ad honoris causa.
In America il famosissimo Todd McFarlane, fondatore della Image Comics e proprietario della McFarlane Toys (la maggior casa produttrice di Action Figoures) quando era giovane disse “Farò il fumettista perché voglio diventare ricco e comprarmi una squadra di Basket!”, ora magari la squadra non ce l’ha, ma ricco lo è di sicuro!
Addirittura il cinema ormai “saccheggia” continuamente il fumetto trasportando su pellicola le opere di Moore, di Miller, della Marvel e di molti altri.
Questi sono solo alcuni esempi di una situazione generale, molto positiva, che dà agli autori un senso di appagamento e soddisfazione.
Eppure qui in Italia, triste ma vero, funziona al contrario ed il fumetto non gode neanche di leggi specifiche sui diritti d’autore (per fortuna nel resto dell’Europa non è così) e spesso viene considerato come un mezzo di intrattenimento per bambini. In sostanza, robaccia di serie B.
Molte volte mi sono ritrovato a ridere (per non piangere!), assieme ad alcuni colleghi, del fatto che qua da noi quando dici a qualcuno che sei un fumettista ti senti rispondere “Ah, fai i giornaletti! ”.
I GIORNALETTI (!!)… mai parola più triste e castrante… sentirli chiamare così ti fa pensare che anni di lavoro e di studio del linguaggio delle immagini siano stati letteralmente buttati nel cesso.
Eh si, nel cesso, poiché è là che viene piantato, germoglia e fiorisce il fumetto in Italia.
Alcuni biologi ambientali affermano che la fauna fumettistica è stata vista crescere rigogliosa soprattutto fra la tazza del water ed il bidet.
Quante volte, andando in bagno a casa di un conoscente, avete trovato da qualche parte, magari su una mensola o peggio, per terra (!!), dei fumetti?
Ciò di per sè già denota il ruolo che questo mezzo di comunicazione ha per pubblico.
Da un lato quindi abbiamo una Francia che presenta albi cartonati nelle librerie, autori che vincono premi nobel per la letteratura, rifacimenti cinematografici e grandi riconoscimenti, e dall’altro abbiamo il sostituto della carta igienica preferito dalle famiglie italiane con 200 e più pagine di morbidezza disponibili in tre fantasie differenti, Topolino, Corto Maltese e Dylan Dog.
E’ davvero molto brutto vedere il lavoro dei colleghi trattato così.
Per fortuna abbiamo vinto la coppa del mondo facendola in barba ai francesi e dimostrando che noi una cosa sola sappiamo fare, usare i piedi.
Eppure l’impegno di alcuni editori è degno di nota, case editrici come la Bonelli sono da considerasi dei colossi del fumetto Italiano tanto che alcuni quotidiani, come La Repubblica, ristampano regolarmente le loro fantastiche storie.
Alle fiere dei fumetti, come ad esempio il Lucca Comics ed il Romics, è possibile vedere piccole case editrici che cercano di farsi spazio nel mercato editoriale e mandrie di giovani autori emergenti girare con i loro book sperando di trovare qualcuno che li pubblichi.
Ma non è abbastanza. Rimane sempre il fatto che noi fumettisti non siamo presi assolutamente in considerazione, neanche fossimo “a schifezza, ‘ra schifezza,’ ra schifezza e l'uommn” (la schifezza, della schifezza, della schifezza degli uomini – Vittorio De Sica).
Le cose devono cambiare e per fortuna c’è qualcuno che sta lottando perché gli autori ricevano anche qui da noi il giusto merito. Sto parlando di un manipolo di Super Eroi in giacca e cravatta che il 25 maggio 2010, presso la Camera dei Deputati, ha tenuto una conferenza stampa per presentare una proposta di legge atta a riconoscere i diritti d'autore per le opere a fumetti.
I portavoce di questa proposta sono l’On. Fabio Porta ed il “Comitato Nazionale Autori ed Editori delle opere a fumetto” e all’evento sono stati partecipi nomi come Ivo Milazzo e Corrado Mastantuono.
Signori e signore, eroi e supercattivi, personaggi dei fumetti e persone reali (talvolta è difficile capire quale dei due siamo), vi presentiamo le parti principali di questo interessantissimo disegno di legge sperando che diventi presto realtà!
CAMERA DEI DEPUTATI N. 2427
D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI
PORTA, BURTONE, CALABRIA, MARCO CARRA, DI BIAGIO, FADDA, FARINONE, FEDI, FERRARI, GARAVINI, GOISIS, LUCÀ, RAZZI, REALACCI, SAMPERI, TORRISI, TOTO, TOUADI, VERINI.
Modifiche alla legge 22 aprile 1941, n. 633, in materia di riconoscimento del diritto d’autore relativamente alle opere a fumetti
ONOREVOLI COLLEGHI ! — La presente proposta di legge è finalizzata a introdurre nella legge 22 aprile 1941, n. 633, recante « Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio », uno specifico riconoscimento del diritto d’autore relativamente alle opere a fumetti, diritto che il legislatore non ha a suo tempo considerato all’interno della legge, anche perché questa originale attività artistica e letteraria, pur essendo nata nell’ottocento, in Italia ha visto il suo sviluppo effettivo solo negli anni post-bellici. La citata legge sul diritto d’autore n. 633 del 1941, pur prevedendo al titolo I la protezione delle « opere dell’ingegno di carattere creativo », includendo tra queste anche le opere della scultura, della pittura, dell’arte del disegno eccetera, di fatto non prevede alcuna protezione del diritto d’autore per quanto riguarda la specifica forma espressiva conosciuta in Italia come fumetto. Un’arte narrativa che in altri Paesi, come ad esempio la Francia, gode di attenzione e di riconoscimenti culturali e normativi certi e adeguati. (…)
(…) Nonostante il peso dell’opera di Hugo Pratt e di altri grandi autori, in Italia non è ancora stato interamente affermato il concetto di fumetto come arte e forma narrativa. (…) Sono nate e sono state sviluppate importanti iniziative da parte di case editrici, di singoli autori e perfino di giornali quotidiani di larga tiratura che hanno divulgato l’opera a fumetti e fatto conoscere il meglio di un’arte letteraria e di un linguaggio narrativo la cui importanza e diffusione sono crescenti. In questi anni un pubblico sempre più vasto è riuscito a entrare in contatto e ad apprezzare il meglio della narrativa a fumetti, sia italiana che internazionale. (…)
(…) L’obiettivo è quello di aprire canali di comunicazione e di offrire nuove occasioni agli autori e ai lettori, anche per rispondere a una crisi che coinvolge il fumetto, il cinema, il teatro e altre forme artistiche che hanno bisogno di tempi di realizzazione e di metabolizzazione più lenti, più reali rispetto ad altre e più «veloci» forme di comunicazione. Una crisi che è stata influenzata anche dalla relativa ristrettezza dell’editoria del fumetto nel nostro Paese, nonostante il contributo di un editore come Bonelli, che ha «marcato » il fumetto italiano e al quale va il merito di aver dato la possibilità di esprimersi a una grande parte di autori e di sceneggiatori del settore. In sostanza, se da una parte le finalità della presente proposta di legge sono quelle dell’estensione di un diritto, riconosciuto per legge, a una categoria di operatori ad oggi esclusi dai benefìci di tali diritti, dall’altra questa iniziativa, pur necessariamente limitata, può costituire un importante contributo per qualificare e per valorizzare sempre più il fumetto italiano come mezzo di comunicazione di massa, espressione artistica e strumento culturale, nel momento in cui anche in Italia sembra cominciare ad affermarsi il riconoscimento del valore di questo linguaggio, non soltanto a fini narrativi, ma anche nella comunicazione in generale. È il riconoscimento di letterati, sceneggiatori, artisti ed operatori del fumetto italiano che cominciano a essere valorizzati, finalmente, anche in Italia, dopo che molti di essi sono stati da tempo legittimati e apprezzati e sono diventati famosi in altri Paesi d’Europa e del mondo. (…)
(…)Anche il sostegno del mondo della cultura, dell’arte e dell’intellettualità alla presente proposta di legge, e al comitato nato grazie all’impegno fondamentale di Ivo Milazzo e di tutti gli autori ed esponenti dell’editoria del fumetto italiano, è un segnale che ci viene dalla società civile che dobbiamo saper ascoltare e al quale dobbiamo rispondere con un apposito atto legislativo in tempi rapidi. Con l’articolo 1 della presente proposta di legge si provvede a tutelare i diritti degli autori dei disegni per cartoni animati, utilizzati in opere cinematografiche, introducendo una disposizione in materia nell’articolo 44 della legge 22 aprile 1941, n. 633. L’articolo 2 della presente proposta di legge, che introduce la sezione VII-bis del capo IV del titolo I della legge 22 aprile 1941, n. 633, considera, al comma 1 dell’articolo 64-septies, nella loro specifica creatività, il contributo letterario e il contributo grafico come essenziali e indivisibili per la costruzione psicologica e visiva di personaggi a fumetti. Si considera autore letterario (del soggetto e della sceneggiatura) lo scrittore che idea letterariamente il personaggio o i personaggi, la storia o la serie, mentre si considera autore grafico (dei disegni) il disegnatore che con il suo contributo rende visibilmente credibile e distinguibile il personaggio o i personaggi nella fisionomia, nel vestiario e negli atteggiamenti. I diritti (comma 2) competono a un solo autore qualora lo stesso sia autore letterario e grafico esclusivo dei personaggi. Il comma 3 disciplina i diritti per quanto riguarda la produzione seriale, di tipo mensile, settimanale eccetera, che necessita dell’apporto di collaboratori. Nel riaffermare che autori o coautori della serie rimangono lo scrittore e il disegnatore ideatori e iniziatori della serie stessa, sono regolati anche i diritti dei collaboratori, autori della propria produzione e proprietari in percentuale dei diritti per quanto attiene le ristampe o le riedizioni, le vendite all’estero o qualsiasi altro sfruttamento commerciale, lasciando la definizione della percentuale alla libera contrattazione tra le parti.
ART. 1.
1. All’articolo 44 della legge 22 aprile 1941, n. 633, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « In caso di opere cinematografiche di cartoni animati si considera coautore anche l’autore dei disegni ».
ART. 2.
1. Dopo la sezione VII del capo IV del titolo I della legge 22 aprile 1941, n. 633,
è aggiunta la seguente:
« SEZIONE VII-bis OPERE D’ARTE DEL DISEGNO A FUMETTI
ART. 64-septies. – 1. Nelle opere d’arte del disegno a fumetti la parte letteraria e la parte grafica sono inscindibili ed essenziali nell’azione creativa della narrazione e il contributo dell’autore letterario e di quello grafico si considerano equivalenti, anche ai fini dell’utilizzazione economica dell’opera. L’esercizio dei diritti di utilizzazione economica, in percentuale alla vendita o nelle varie forme di sfruttamento, spetta all’autore o ai coautori in parti uguali. Nella fase produttiva dell’opera stessa, tenuto conto della disparità di tempo necessario alle due parti creative per la sua realizzazione, il compenso, a pagina o a percentuale, è ripartito tra le parti in maniera proporzionale. Le tavole originali sono di proprietà degli autori.
2. Qualora l’autore letterario ovvero quello grafico abbiano contribuito in via esclusiva alla caratterizzazione dei personaggi delle opere di cui al comma 1, i diritti sui personaggi stessi competono a tale singolo autore.
3. Nelle opere a fumetti di produzione seriale che necessitano dell’apporto di collaboratori, si considerano autori o coautori titolari della serie, con diritto di supervisione sul prodotto, lo scrittore e il disegnatore ideatori e iniziatori della serie stessa. I collaboratori delle opere a fumetti di produzione seriale sono autori solo della propria produzione e proprietari in percentuale dei diritti per quanto attiene alle ristampe o alle riedizioni, alle vendite all’estero o a qualsiasi altro sfruttamento della stessa produzione. La libera contrattazione tra le parti stabilisce la percentuale dei diritti spettanti ai collaboratori ».