Venezia, 6 feb. - (AdnkronosIgn) - ''Ma davvero? E' una barzelletta. Una boutade totale...''. Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, sorride divertito alla notizia che Venezia non sarà più proprietaria del suo Canal Grande, che diventa statale. La cintura acquea che avvolge la città è infatti passata sotto la gestione dello Stato perché nel decreto del ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, sarebbe stato eliminato anche un Regio Decreto del 1904 che da oltre un secolo concedeva il tratto d'acqua al Comune.

''C'è stato qualcosa di imprevisto nella formulazione dei decreti sul federalismo -rimarca il filosofo veneziano interpellato dall'ADNKRONOS- Del resto stanno facendo tali e tanti casini, che gli sarà sfuggita anche questa. La risolveranno in due e due quattro. Cosa vuoi che lo Stato si prenda la briga dei gondolieri e del Canal Grande?'', continua a ridere di gusto Cacciari, minimizzando gli allarmi in laguna.

Secondo Manuela Romei Pasetti, presidente della Corte d'Appello del capoluogo lagunare, "da questa situazione forse nascerà qualcosa di positivo, può darsi che ci sia l'effetto benefico di riordinare e organizzare le competenze sull'acqua a Venezia". "Non ho visto la normativa eliminata - spiega la presidente Pasetti all'ADNKRONOS - so che questa opera di pulizia era stata già introdotta, se non sbaglio, da un decreto Bassanini, che ora è stato messo in essere".






La cosa importante, per la Pasetti, "è che a livello locale ci sia un coordinamento tra tutti coloro che hanno competenza sull'acqua, perché in questo momento c'è un regime estremamente complicato, con le competenze del Comune, della Capitaneria, del Magistrato alle acque".


"Ora bisogna prima vedere come è stata la norma di abrogazione e vedere cosa è stato abrogato di preciso -prosegue- ma questa potrebbe comunque essere una situazione che induce a prendere quei provvedimenti di coordinamento che finora non sono stati presi".
A chi, come l'ex sindaco Massimo Cacciari, che ha parlato di "barzelletta", la Pasetti risponde: "Prima della barzelletta bisogna guardare il testo normativo. D'altra parte -conclude- non si può bloccare un'opera di revisione delle leggi vecchie unicamente perché è successa questa cosa".





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