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Versione completa: Incubo o Realtà
Saint Seiya Sorkino™ > Off Topic > FanWorks, FanFiction & FanArt
Fëanor Spirito di fuoco






Incubo o Realtà




Terrorizzata. Si trascinava ora, impacciata, su quei freddi lastroni di pietra del pavimento del terzo tempio. Cercava con tutte le sue forze di fuggire da quegli occhi, da quello sguardo profondo, occhi che diffidenti brillavano inquietanti nella semi oscurità del corridoio che portava agli alloggi privati del custode dorato. Quel volto, quel volto quasi indistinto ma che spaventoso la rincorreva senza darle tregua e una mano, protesa in avanti verso di lei a volerla acciuffare. Parole incomprensibili uscivano dalla bocca di quella figura, se si fosse riuscito a vederne una e quel tono, era così strano, così roco, quasi vibrante. Non era umano, quei suoni così sgradevolmente penetranti non potevano appartenere ad un uomo.
Si guardava attorno, stranita, spaesata, cercava qualcosa ma nulla di quello che vedeva attorno a lei sembrava essere d’aiuto, nulla pareva rincuorarla. Poteva dare l’impressione che quella fosse la solita casa, il tempio dei Gemelli d’oro, ma qualcosa dentro di lei le diceva che non lo era. Era tutto così uguale ma allo stesso tempo tutto diverso. Ma quegli occhi, esigevano la sua attenzione, incatenavano a lui la sua volontà.

Chi era quella creatura diabolica che voleva ghermirla? Perché le era comparsa di fronte così d’improvviso?

Eppure lei non aveva fatto nulla di male. Come ogni mattina era entrata nel terzo tempio passando per il solito sentiero privato per porgere i suoi saluti al suo maestro e ricevere gli incarichi della giornata. Forse quella mattina in particolare era arrivata un pochino più tardi del solito ma… Forse allora quella creatura era sempre stata presente e lei non se n’era mai accorta? Eppure… quella mattina sembrava essere come ogni altra noiosissima mattina che viveva al Santuario. Anche se… forse quel piccolo contrattempo…
Era stato un bagliore improvviso che l’aveva investita in pieno volto accecandola per alcuni momenti, forse causato da un raggio di sole riflesso da qualche parte, forse era stato qualche ragazzino che giocava con gli specchietti. Ultimamente se ne erano visti parecchi di bambini al Santuario. Poi, aveva sentito il suo corpo attraversato da una leggera scossa, quasi un brivido. Era stato un attimo, solamente un attimo e tutto era tornato alla normalità e aveva ripreso il suo cammino.

- No! No! Vattene! Vai via mostro! Lontano da me! – La sua voce era piena di angoscia mentre continuava a fatica ad indietreggiare. Era riuscita quasi per miracolo a rimettersi in piedi e girarsi per correre verso l’uscita di fronte a lei, verso la salvezza. Le gambe erano molli, fiacche, poco riuscivano a reggere il suo peso. Un’improvvisa mano l’aveva afferrata per un braccio e subito spinta con violenza contro un muro. Poi, una forte stretta alla gola le aveva mozzato il respiro e una voce minacciosa infine l’aveva atterrita. L’aveva raggiunta, non c’era più scampo per lei. Non aveva la forza di guardarlo, la sua salvezza eri lì, poco più oltre, ne riusciva ad intravvedere il chiarore. Era così a portata di mano…

- Non osare mai più chiamare a quel modo mio fratello. – Quella voce, era poco più di un sussurro ma era così dura, autoritaria, rancorosa. Le penetrava nella testa come una lama mentre un respiro caldo, quasi incandescente, le scivolava addosso provocandole intensi brividi di terrore, fin quasi a farle perdere i sensi. Era forse quella stretta mortale che le stava rubando la vita? Era forse la presenza così schiacciante di quell’individuo che piano soggiogava e annebbiava i suoi sensi facendole perdere il contatto con la realtà? Quale realtà poi? No, quello era un incubo!

- Aspros! Fermati! Non è necessario, così la stai uccidendo. – Si era affiancato a lui titubante, quell’ombra, la sua ombra. Era uscito allo scoperto pur rimanendo nascosto alla vista.

- Non ti intromettere. – Continuava a mantenere la presa Aspros di Gemini, custode d’oro della terza casa, fissando quell’intrusa con occhi duri, prima di voltarsi verso il fratello non risparmiando anche a lui uno sguardo di rimprovero ma velato di preoccupazione. – Ti avevo detto di stare più accorto. – Spostando il suo sguardo nuovamente sulla ragazza, sembrava soppesare ora il da farsi. Il suo primo dovere, come cavaliere di Athena e guardiano di una delle dodici case, sarebbe stato imprigionarla e chiedere colloquio con il Gran Sacerdote per riferire dell’accaduto, ma qualcosa aveva attirato la sua attenzione sulla giovane. Qualcosa nel suo aspetto era strano, bizzarro. Un lieve sorriso, una smorfia, aveva ammorbidito la durezza dell’espressione che il suo volto aveva assunto fino a quel momento.

“Due voci.” Anche se stava perdendo lucidità sempre più velocemente, era riuscita ugualmente a distinguerle. Allora non era “quello” la persona che l’aveva raggiunta e afferrata. Le forze le stavano venendo meno, con un ultimo e disperato tentativo stava cercando in sé il coraggio e la forza di girare lo sguardo, sempre più offuscato, sul suo aggressore. – Maestro … Kanon!?!? … Perché? – Quasi in un sussurro le erano uscite a stento quelle parole, prima di abbandonarsi al fato e perdere completamente i sensi.

Quando riprese conoscenza, la ragazza, era semisdraiata a terra, ancora sulla fredda pietra, appoggiata ad un muro. Quegli occhi che tanto l’avevano spaventata erano ancora puntati su di lei. Nonostante il proprietario fosse celato al sicuro nella semi oscurità e nascosto appena oltre la soglia di quella piccola stanza nella quale si era risvegliata, poteva vederli brillare quegli occhi. Profondi occhi blu come non ne aveva mai visti. Subito d’istinto si ritrasse la giovane, rannicchiandosi e schiacciandosi più che poteva addosso a quel muro.

Era dunque ancora dentro quell’incubo?

- Non farmi del male … ti prego – la voce le era uscita tremante e leggermente roca a causa della gola secca e del dolore che ancora sentiva per quella stretta subita. - … non aver paura – un poco titubante le aveva risposto il suo improvvisato guardiano, mantenendosi sempre nell’ombra. - Mio fratello tornerà presto e … sistemerà le cose – aveva poi continuato vedendo che la giovane si era stretta ancora più a sé, contro quella parete spoglia.

Interminabili attimi di silenzio passarono dopo quelle ultime parole. Parole che la giovane non aveva percepito come rassicuranti. Una pressante immobilità aveva riempito l’ambiente e l’opprimente presenza del vuoto stava creando ancora più disagio nella ragazza e il caldo, quel caldo, ora si faceva sentire come non mai anche in quel luogo riparato. La torrida e afosa estate greca anche quell’anno non aveva risparmiato le terre del Santuario. Penetrava invadente e soffocante fra quelle mura di pietra. Non era proprio un conforto quella temperatura che anzi, aumentava in lei un certo malessere, un senso di nausea le stava salendo inesorabile.

Non più un rumore si sentiva, solo il vago frinire delle cicale che proveniva dall’esterno la distoglieva da quella pesante sensazione di solitudine che quel luogo le faceva ricadere addosso come un peso insostenibile. Piano, la ragazza, si stava lasciando andare nuovamente all’abbandono, sfiancata dal caldo e dall’angoscia.
Lentamente quel particolare sorvegliante entrava guardingo nella stanza, celandosi il più possibile nelle ombre presenti in quell’ambiente, portando con sé una spartana brocca riempita di acqua fresca e un bicchiere di semplice terracotta. Posandoglieli per terra vicino a lei, si era poi rintanato in un angolo buio ad osservarla incuriosito.

- Grazie.-

- Non ti ho mai vista al Santuario, chi sei? Come hai fatto ad arrivare fino a questo tempio? – Quella voce così strana, aveva rotto nuovamente il silenzio. Una voce triste e dal tono tenebroso, soffocata da quella indiscreta barriera innaturale, ma anche stranamente calma e rassicurante.

Erano domande lecite quelle, se rivolte ad uno straniero, ma che rivolte a lei suonavano fuori luogo. Tutti al Santuario la conoscevano, “la piaga dei Gemelli” la chiamavano. Nonostante i brillanti risultati dell’addestramento, nel quale dava sempre tutta se stessa, e la grande responsabilità della carica di messaggero del Santuario che ricopriva, era una scansafatiche cronica e attaccabrighe all’occorrenza. Soprattutto con le parole, la sua arma preferita. Dal carattere imprevedibile e indomabile, rifiutava qualunque regola imposta, dall’assurda imposizione della maschera alla subordinazione gerarchica delle caste. Tutto di quello che c’era al Santuario le era fastidioso, tranne il suo maestro Kanon, al pari del suo gemello Saga naturalmente, che lei venerava sopra ogni altra cosa e al quale ubbidiva ciecamente. E certamente non mancava di onorare e rispettare la Dea Athena, tornata a guidare i suoi paladini anche in tempo di pace come quello che stavano vivendo.

- Il mio nome è Anemos! – aveva risposto mettendosi più composta e imprimendo in quel nome tutto il suo orgoglio. Quel nome infatti le era stato dato dal suo maestro. - … Anemos… - aveva ripetuto il suo guardiano, quasi soppesandone il significato. – … “vento”… che nome bizzarro che ti hanno dato. -

- È stato il mio maestro a darmelo e non ti permetto di insinuare nulla! – con grande determinazione gli aveva risposto, indispettita da quel giudizio, mettendosi subito sulla difensiva. Era stata punta sul vivo Anemos, nel suo tallone d’Achille. Tutto poteva accettare ma non una parola contro il suo maestro. Si era alzata in piedi pronta a lasciare quel luogo per tornare nei suoi quartieri, per quel giorno si era già scocciata abbastanza. – Ferma! Non puoi uscire di qui! – L’aveva raggiunta e bloccata, afferrandola per un braccio e stringendo involontariamente la presa con troppa forza, provocandole una smorfia di dolore. – Lasciami! Chi diavolo sei tu per trattenermi qui contro la mia volontà? -

- Io … non sono nessuno … solo un’ombra … senza alcun valore… - le aveva risposto lasciandola andare e abbassando la testa, consapevole del significato di quelle dolorose parole che per la prima volta aveva pronunciato a voce alta rivolgendole a se stesso. Parole che da sempre gli tormentavano la mente e che sempre più con il passare del tempo diventavano per lui veritiere.

Parole tristi pronunciate senza apparente sentimento ma che erano arrivate a lei come pesanti schiaffi. “Non vali niente”, “non sei nessuno”, ci era cresciuta con quei pregiudizi, ed era arrivata anche a crederci, finché un giorno Kanon, il suo maestro, non le aveva aperto gli occhi e dimostrato il contrario. – Avrai almeno un nome immagino – anche Anemos aveva abbassato la testa, per nascondere le lacrime che spingevano prepotenti per uscire, e con voce contrita gli aveva rivolto quella domanda. - …Deuteros … -

- … Deuteros … “secondo”… Anche tu non sei messo tanto bene con il nome. – Aveva abbozzato un lieve sorriso azzardando anche un pizzico di ironia per cercare di stemperare la tensione e l’imbarazzo che provava in quel momento. “Ma anche copia, replica …” Tutti significati negativi pensava Anemos mentre quel cupo velo di tristezza continuava ad occupare la sua mente.

- È colpa di questa cosa, vero? – aveva allungato la mano, subito raggiunta e accompagnata in quel movimento da quella di Deuteros, a toccare quella maschera di cuoio e metallo che nascondeva quel volto triste. Un ripugnante strumento di tortura che inibiva lo spirito e la volontà della persona che aveva di fronte. Che negava l’esistenza stessa della persona incatenata ad essa. Ora la poteva vedere meglio, alla timida luce che entrava dalla finestrella di quella camera. Ne aveva già viste altre di quelle “cose” in passato, poco più che rimasugli di un’epoca buia, vergognosi resti della decadenza dell’uomo e delle atrocità che poteva perpetrare contro i suoi simili. Usanze fortunatamente abbandonate da lungo tempo al Santuario.

Quell’oggetto era così anacronistico per lei, una finestra sulla storia, o forse era lei che era fuori posto? Adesso che osservava meglio il suo interlocutore poteva notare qualcosa di strano anche in quei semplici vestiti che indossava, non avevano nulla di familiare nella loro foggia. Lo spavento iniziale e la penombra in cui erano immersi gli ambienti del tempio non le avevano permesso di osservare con maggior attenzione come stava invece facendo ora. Ancora non era sicura, realtà o sogno che stesse vivendo in quel momento, tutto le pareva così strano.

- Ferma! Non toccare! – ancora quella voce, inaspettata e questa volta imperiosa e tonante. Con uno scatto improvviso e rapace Aspros aveva afferrato il braccio di Anemos, allontanando così quella mano che troppo curiosa aveva osato toccare la maschera costrittiva sul volto di Deuteros. Non si era mai davvero allontanato Aspros, era rimasto lì, per tutto quel tempo, occultato nell’oscurità della sua stessa casa. Era rimasto in attesa, ad osservare, ad ascoltare, a pianificare. A trarre qualsiasi tipo di vantaggio che quell’imprevista presenza materializzatasi sul suo cammino potesse offrirgli.

Quell’improvvisa azione aveva fatto sobbalzare entrambi dalla sorpresa. Aspros era entrato nella stanza senza che nessuno dei due se ne accorgesse e a grandi passi si era avvicinato. Il suo sguardo, ora rivolto verso di lei era pieno di indignazione mentre con una spinta la allontanava dal fratello. Spostando poi il suo sguardo verso il fratello, un velo di compassione aveva preso ad offuscare il blu intenso, quasi oscuro, dei suoi occhi. – Lo sai che non puoi togliertela di fronte ad altri vero? Mi dispiace Deuteros, non è ancora il momento, ma presto, vedrai, presto quel tempo arriverà e tutti dovranno riconoscere i tuoi diritti. Tutti sapranno quanto vali e potrai gridare al mondo che tu esisti! – Con una tenera carezza piena di affetto, Aspros aveva posato la sua mano su quella maledetta maschera, il suo volto ora disteso e gentile, a rassicurare il proprio gemello che con devozione assoluta accettava quel gesto e quelle parole.

Rivolgendosi poi alla ragazza, l’espressione del suo volto si era fatta più pensosa ma manteneva una parte di quella gentilezza che poco prima aveva regalato al fratello. – Ragazza! Il Sommo Sage, il Gran Sacerdote di Athena, mi ha incaricato di occuparmi di questo inconveniente. Non mi sembri una comune apprendista e probabilmente neanche una servitrice. I tuoi abiti poi sono così inusuali, non mi è mai capitato di vederne altrove. Te ne farò avere di più adatti perché tu possa integrarti con gli altri per il tempo che resterai qui al Santuario. Per il momento però rimarrai qui, nascosta. Deuteros, mio fratello, avrà cura di te. – Con tono quasi indifferente ma con un lieve sorriso sul volto, Aspros aveva stabilito i termini del suo soggiorno, prima di uscire nuovamente da quella stanza. “Presto sarà il tempo. Presto!” pensava Aspros, con un leggero ghigno malevolo sul volto, uscendo dalla casa dei Gemelli e apprestandosi a tornare ai suoi doveri.

Nulla aveva potuto Anemos per ribattere o protestare, la figura autoritaria di Aspros non aveva lasciato spazio a repliche di alcun genere, proprio come Kanon. Era rimasta sbigottita per quel repentino cambiamento della sua particolare situazione, da potenziale prigioniera o peggio, a quasi “ospite”. Era ancora confusa e perplessa Anemos, ma allo stesso tempo affascinata dalla reazione di Aspros, prima aggressivo e protettivo e subito dopo gentile, quasi premuroso. Una figura così decisa e determinata ma che allo stesso tempo sapeva essere benevola.

Ora aveva ben chiara davanti a sé la situazione, comprendeva le differenze e le uguaglianze che esistevano fra il suo maestro Kanon e l’uomo che ricopriva la carica di cavaliere dei Gemelli. Al di là dell’aspetto esteriore, del colore dei capelli e degli occhi che solo ora notava davvero, aveva percepito la sua vera essenza ed era così uguale a quella di Kanon. Ed era disposta a riporre piena fiducia nell’uomo che tanto le ricordava il suo venerato maestro. Aspros di Gemini, così altero, nobile, sicuro di sé, enigmatico, ammaliante anche nei modi bruschi con cui l’aveva trattata in quel primo e burrascoso incontro. Davvero così simile a com’era un tempo Kanon di Gemini, a come lo vedevano i suoi occhi, il suo maestro, il suo tutto.

Stava diventando sempre più consapevole che quello non era il suo tempo, che quello non era il suo posto ma era altrettanto sicura che tutto sarebbe andato bene, qualunque cosa potesse succedere.

Sì! Ne era più che certa, poteva affidarsi a lui.











Benjamin Kalas
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: Storia a mio avviso un pò sottotono nonostante la forma impeccabile che ti contraddistingue trama ed originalità a mio avviso i punti più deboli; l'inizio in medias res ci può stare ma senza illustrarne i retroscena rimane tutto troppo sospeso in aria; ho dato un +1 all'emozione per il sorriso che mi ha strappato il soprannome Anemos e per i voli pindarici che la mia mente ha fatto per sapere il motivo di tale nick da parte di Kanon.
Caratterizzazione è chiara quella di Anemos (seppure con un clichè strabusato) totalmente assente però il rapporto con i maestri e appena accennati quelli con le controparti settecentesche.
Il tutto da l'idea di essere più uno stralcio da una storia più lunga che non una One-Shot lasciando un senso di insoddisfazione nel lettore
wolferetic
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: Delle tre fiction che ho letto questa è quella che mi ha colpito di meno. L'inizio in realtà prometteva bene ma poi non mi è piaciuto come è proseguito, ed il finale lascia veramente troppi punti in sospeso. Penso che l'idea in sè fosse buona e avrebbe funzionato ma inserita in contesti differenti e con una trama gestita meglio. sad.gif Penso che se fosse stata una saga a capitoli l'autore avrebbe potuto fare molto ma molto di più con questo personaggio, ma questo è solo un parere personale.
Fëanor Spirito di fuoco
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: Mi è sembrato un lavoro molto sentito da parte del suo autore e questo di riflesso ha portato ad una trama minimalista (pochissimi eventi successi in un brevissimo tempo), in favore di una caratterizzazione più approfondita. Dei personaggi coinvolti ci viene offerto uno spaccato ampio, anche se non esaustivo e che non lesina sfumature nuove nelle personalità che potremmo conoscere. Assieme alla trama, l'originalità è ancora più sacrificata: praticamente il tema del concorso non è stato sviluppato ed evoluto. Il lavoro recupera molto sul lato dell'emozione. L'autore è molto bravo a restituire il senso di angoscia e smarrimento della protagonista prima e quello di intima complicità e fiducia poi. Come esordito nella recensione, questo è probabilmente dovuto ad una forte immedesimazione che ha permesso una efficace descrizione delle emozioni. Parlando in generale, l'inizio è stato in parte pesante per me, ma non trovo necessariamente un errore il finale non risolutivo: leggendo la fiction era chiaro che l'intento dell'autore non era quello di spiegare gli eventi, ma di filtrarli attraverso le emozioni dei personaggi.
Il totale per me è quindi di 12 stelle.
Guybrush Ulysses Threepwood
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: Non mi trovo molto concorde con alcune recensioni per me questo è un buon racconto. Lo stile deve essere migliorato, deve crescere un pò però in compenso la storia mi ha fatto sentire le emozioni descritte come fossero mie. Magari è venuta meno l'originalità però il tema mi sembra sia stato troppo chiuso, è stata una cosa controproducente e se accettate un consiglio non fate più in questo modo. Ammetto che piacendomi molto i Gemelli non ho potuto fare a meno di dare qualche punto in più.

Ikki no Phoenix23
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: Sicuramente la mia recensione non sarà all'altezza delle altre.. ma mi sforzerò..xd.png
Incomincio subito con le parti che non mi hanno convinto..ossia la trama e l'originalità(forse dovuti anche alla brevità del racconto e quindi non hai colpa)..ma grazie ad una forma molto appropiata ho letto con piacere questa storia..
mi è piaciuto la caratterizzazione dei personaggi e l'ambientazione..anche se avrei preferito un maggior approfondimento.
Alla fine il pezzo forte.. l'emozione..e si l'hai centrata.. o forse l'hai centrata su di me.. 5 stelline!


voto totale 15 stelle
Elly
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: Ho trovato il racconto scritto in una buona forma, chiare le idee di fondo, ma, ahimè, la trama è un po' scarna ed il complesso non è riuscito a catturarmi. Ammetto che è evidente l'impegno riposto nel delineare i personaggi e le loro azioni, tuttavia personalmente non sono riuscita ad identificarmi in essi ed a sentire i loro pensieri come fossero i miei e questo per me, in questo tipo di racconto, rappresenta un aspetto fondamentale per determinare se io -lettrice pigra- continuerò o meno a leggere un libro. Penso che uno spaccato del genere avrebbe potuto trarre più fortuna se inserito in una trama di più ampio respiro, quindi sono comunque soddisfatta del lavoro svolto.
Secondo me se fossero curate di più le condizioni che suscitano delle determinate emozioni, piuttosto che la descrizione delle emozioni stesse, il lavoro ne guadagnerebbe tantissimo.
Cancer no Sage
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: mi spiace doverlo dire ma di questa storia salvo solo la forma. Praticamente manca di originalità, non mi è piaciuto il carattere del personaggio protagonista ed è una storia troppo gemelli dipendente. Ho fatto fatica a finirla di leggere... un consiglio per l'autore, meno descrizione di emozioni e pensieri e più azione wink.png
MH-5
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione:
Uno stile credo un po' troppo carico, con periodi che si sovrappongono e non riescono a concedere una buona fluidità di lettura.
La trama è un po' debole su due punti principali, uno interno e uno esterno alla vicenda narrata:
-quello interno riguarda la decisione troppo improvvisa e quasi per nulla approfondita di Aspros di assumere al suo servizio e tenersi vicina una completa sconosciuta dall'aspetto ambiguo e, per di più, di farle avere rapporti stretti con Deuteros, che dovrebbe invece vivere come un paria
-quello esterno riguarda il background della protagonista: stando alla storia narrata dal manga/anime classico è praticamente impossibile che Kanon avesse avuto un'allieva sia prima della guerra contro Poseidone (all'epoca antecedente la sua cattività alla prigione di capo sunion viveva nascosto a tutti ed era del tutto malvagio) sia dopo (dopo essere tornato al santuario e aver vestito l'armatura d'oro si è subito diretto negli inferi).
Le caratterizzazioni dei personaggi sono molto interessanti, anche se nelle idee più che nell'effettivo sviluppo. La realizzazione da parte della protagonista del viaggio temporale è piuttosto posticcia, forse poteva anche essere tralasciata o sostituita.
L'originalità della vicenda è nella media, anche se l'idea di un'attendente dei gemelli che si spaventa trovando un tipo come Deuteros nella terza casa è molto gradevole.
La protagonista è evidentemente molto emotiva e questo viene espresso a chiare lettere più volte, ma il tutto viene presentato in un modo che, a mio parere, non coinvolge il lettore, che rimane distaccato rispetto alla vicenda vissuta dal personaggio.
Manichan
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: -.

Questa è una storia che va inquadrata in un ambito preciso e compresa per ciò che è. Parto dalla forma che credo di poter definire a mani basse il migliore tra le storie presentate. Lo stile è ricco e ampiamente descrittivo. Cerco di dimenticarmi che questo è il tipo di scrittura che a me piace trovare in un racconto, per quanto io sia un sostenitore che una buona idea viene prima di ogni cosa, perfino di come viene espressa. In questo caso io, amante della descrittivtà, non posso che trovarmi a casa.

Riguardo la trama, bisogna uscire dall'orrendo equivoco che più intrecci e casino c'è, più la trama è valida. Qui mi sembra palese che lo stile del racconto si è servito di una situazione precisa per essere approfondito a livello umano ed emotivo. Se la scelta stilistica è quella, bisogna cercare di comprenderla. La situazione creata serve a fare da sfondo all'esperienza e da questo punto di vista non c'era bisogno di niente di troppo articolato. L'unica pecca è che forse la storia manca un po' di dinamismo, di "sana azione" che non significa schiaffarepalazzi in fiamme ed esplosioni bensì inserire elementi che possano virare verso lo scontro e il contatto fisico

Caratterizzazione e ambientazione. Il voto finale è un misto tra il 5 per come sono stati resi i personaggi e un 3 per l'ambientazione, che effettivamente è un po' scarna. I personaggi sono le loro emozioni, questo li caratterizza e li rende vivi. Abbiamo un Deuteros che a me è piaciuto terribilmente nella sua connotazione di mostro solo in apparenza, che rispetta il suo ruolo di subordinato e al tempo stesso cerca di far valere la propria voce. Aspros mi è sembrato un manovratore della peggior specie, incurante di ciò che gli accade intorno e della sorte della protagonista. Onestamente... per rendere la spietatezza di questo personaggio, serviva altro che non fosse farlo rimanere nell'ombra, in un posto in cui non doveva stare in quel momento, per capire come sfruttare gli eventi a suo vantaggio? Inquadrare Anemos è ancora più facile: la sua storia parla per sé. Non so dire di preciso perché dove uno scrolla la testa, un altro rimane toccato. Sinceramente una ragazzina trascurata che trova un'insperata fiducia di qualcuno che crede in lei, a me tocca parecchio. Penso di essere coerente: se ho passato ore ad esaltare il rapporto tra Sage e Manigoldo, a rigor di logica mi deve piacere questo modo di rendere.

Originalità: su questo credo che dovremmo fare una bella discussione pubblica e non voleranno carezze. Sinceramente, da una storia di questo tipo, cosa ci si aspetta? Cosmi, botte, battaglie, esplosioni, bla bla bla. Credo sia stata una scelta coraggiosa puntare su un tipo di racconto completamente diverso, che umanizza e sceglie di concentrarsi su una descrizione verosimile di un momento. Originalità non è solo come tratti, è anche COSA tratti

Emozioni: a me ha preso. Mi ha coinvolto e ho sentito le emozioni dei personaggi dentro di me, richiamandole in base alle mie esperienze personali. Ho apprezzato come sono descritte e come vengono rese. La storia probabilmente voleva andare a parare qui e per quanto io sia convinto che si potesse fare molto di più, la promuovo a pieni voti ed è la mia scelta. Voleva emozionare, concentrandosi principalmente su quello, e con me ha fatto centro. L'unico consiglio che dò è di ampliare un pochino lo stile della storia. Integrando anche azione e qualche momento più coinvolgente dal punto di vista fisico, la storia non puo' che beneficiarne.

Concludo dicendo che il mio metro di giudizio è un po' diverso da quello comune. Darei 1 solo ad un racconto che sarebbe indegno di essere mescolato con il letame in quanto lo farebbe puzzare. Questo non è il caso, forse perché conosco storie che meritano veramente 1 e qui siamo ben lontani da ciò che io ritengo ripugnante
°Valy-san°
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: Non mi trovo molto d'accordo con la maggior parte delle recensioni su questa storia dato che a me è piaciuta davvero molto sotto vari punti di vista , specialmente per le emozioni che mi ha fatto provare.
Mi complimento con l' autore soprattutto per quanto riguarda lo stile di scrittura chiaro, pulito ma anche capace di esprimere al meglio le emozioni e i sentimenti dei personaggi , che, come ha anche detto più o meno Manichan, sono praticamente raccontati attraverso le emozioni che provano durante il corso di tutta la storia e per questo appaiono davvero reali , vivi, agli occhi del lettore.
Mi è piaciuto specialmente il modo in cui hai saputo alternare le parti narrate ai dialoghi . L' unica pecca erano forse solo un po' le parti descrittive ma credo che questo dipenda dal fatto che l' autore si sia voluto , probabilmente, concentrare di più sulla caratterizzazione dei personaggi.
Sia Deuteros che Aspros, oltre che perfettamente IC rispetto al manga, erano caratterizzati con grande spessore psicologico (cioè non erano nè sterotipati nè piatti, come , purtroppo, lo erano in altre fic che ho letto in giro per il web) . Ma è stata Anemos il personaggio che mi è piaciuto di più , una ragazza che a me è parsa fragile e forte allo stesso tempo e , inoltre, davvero realistica (cioè non è la solita Mary Sue) . Mi è piaciuta molto anche la sua storia,soprattutto quando parla del suo rapporto con il suo maestro Kanon.

Per quanto riguarda la trama , non accadono molti avvenimenti , è vero, ma credo che anche il fatto di narrare una storia basata di più sull' introspezione psicologica che su azione e combattimenti , sia stata una scelta davvero originale. Inoltre, con questo fatto, l' autore ha anche contribuito a rendere la fic coinvolgente ed emozionante , facendo concentrare il lettore più sui personaggi e loro emozioni che sulla vicenda mentre l' ambientazione , che è solo accennata , fa da sfondo al rapportarsi tra loro dei tre protagonisti.

Insomma, questa fic , grazie ai personaggi splendidamente caratterizzati,tanto che gli stessi loro comportamenti sembravano creare la splendida storia raccontata, mi ha emozionato davvero molto. Non nego che mi sono un po' identificata con Anemos, sembrava anche a me di essere in quella stanza e di vivere le scene in prima persona.
Complimenti all' auotre (o autrice , dato che lo stile di scrittura mi ricorda quello di "un certo qualcuno") per la splendida storia!


yato89
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: il problema di questa trama è che non è una one-shot. è chiaramente il primo capitolo di una storia, non una storia autoconclusiva, il che le taglia le gambe in questo contest. peccato, perchè di per sé è fatta bene, ben descritta e ben congeniata, chi l'ha fatta ci sa fare, ma non ha centrato il target del concorso... peccato.
Ice Queen
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: la penso in maniera simile a yato89 ... questa storia nn sembra appartenere alla traccia del concorso. In pratica mi è sembrata un insieme di stu e sue ... l'esaltazione della fantasia dello scrittore verso i suoi personaggi preferiti ... che quindi sono centrati solo in parte. Se fosse stato un concorso per questo tipo di lavori ... sicuramente avrei dato voti molto alti.
UltimateShiryu
Forma:
Trama:
Caratterizzazione & Ambientazione:
Originalità:
Emozione:
Recensione: nn voglio essere cattivo ma questa è proprio il tipo di fanfic che nn mi piace per nn dire che odio. sembrano piu' diari e sogni di una ragazzina che un racconto. mi ci sono voluti due interi pomeriggi per riuscire a leggerla tutta, e' stata una mazzata. poi so che ci sono tanti a cui questo genere piace, nn lo trovo strano anzi forse sono strano io: de gustibus
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